Fondi alla Recam, che non è attrezzata per intervenire

Bonifiche fantasma: la Regione stanzia 18 milioni di euro.

I soldi saranno utilizzati per affidare appalti a terzi, per tagliare l'erba e riparare gli alvei dei Regi lagni o per rimuovere i rifiuti dalle spiagge
25 aprile 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Partecipata

La Recam è una societa partenpata ai 51% dalla Regione Campania e al 49% da Italia Lavoro Ha assorbito circa 400 lavoratori socialmente utili, stabilizzandoli. Tra i suoi compiti, così come previsto dalla convenzione stipulata stipulata 5 anni fa con la Regione Campania, Recam he la manutenzione e la pulizia dei Regi Lagni, gh alvei realizati in epoca borbonica e utilizzatt recentemente quali discariche a ciclo aperto Un altro accordo, siglato a luglio 2007 con il Commissariato alle bonifiche, prevede interventi nel sito di interesse nazionale Litorale domizio flegreo Lo scorso inverno la società, che ha come amministratore Michele Raccuglia, ha svolto anche un ruolo nella crist degli ex Lsu in forza al parco del Vesuvio. Dopo il fallimento della loro cooperativa, nschiavano di perdere il lavoro. Recam ne ha assorbiti una ventina, adibiti al servizio di biglietteria all'ingresso del sentiero del Gran Cono sul Vesuvio.

Recam non ha i mezzi per effettuare le bonifiche — come ammettono gli stessi amministratori — ma chiede e ottiene dalla Regione Campania altri 18 milioni di euro, proprio per le bonifiche. Saranno dunque utilizzati o per affidare appalti a terzi, o per tagliare l'erba e riparare gli alvei dei Regi lagni, o per rimuovere i rifiuti dalle spiagge. Un caso che suscita la reazione indignata di Vito Amendolara, il presidente della Coldiretti Campania: «Si continuano a dilapidare risorse. Manca un piano organico delle bonifiche. Non capisco quale senso abbia finanziare una società che non ha le attrezzature per intervenire». Il punto che fa discutere, infatti, è proprio questo. Recam, società partecipata al 49% da Italia Lavoro ed al 51% dalla Regione Campania, dispone di una decina di automezzi, alcuni dei quali noleggiati da privati, di betoniere, carriole, decespugliatori. Strumenti forse utili a strappare via le erbacce dai Regi Lagni o a ripristinare la muratura degli alvei degli stessi.
Attrezzature magari buone anche per prelevare i rifiuti abbandonati sulle spiagge. Apparecchiature completamente inutili, però, per le bonifiche, quelle serie, dei siti campani avvelenati da diossina, idrocarburi, scorie industriali e altre sostanze nocive. Come conferma, del resto, uno dei 400 dipendenti della società, quasi tutti Lsu stabilizzati. Si chiama Antonio Belli e racconta così la sua giornata lavorativa: «Non ci sono le condizioni per effettuare le bonifiche, quelle vere, in nessuno degli 11 cantieri dove siamo attualmente, tra i quali Acerra, Marigliano, Pollena Trocchia. Tagliamo l'erba, differenziamo i rifiuti e ripristiniamo le murature. Di più davvero non potremmo». Per svolgere queste attività, in 5 anni, da quando ha stipulato la convenzione con la Regione Campania, Recam ha già ottenuto 49 milioni di euro, nell'ambito del progetto di recupero degli alvei borbonici. I lavoratori sono intervenuti su circa 45 chilometri, tirando via i cespugli, riparando le mura e sorvegliando che non si verificassero ulteriori sversamenti abusivi. Costo, per chilometro, circa un milione di euro. Troppo, forse, anche a voler considerare gli ulteriori interventi previsti dalla convenzione stipulata a luglio 2007 da Recam col Commissariato alle bonifiche: pulizia delle spiagge e rimozione dei rifiuti dalla discarica Lo Uttaro, nel casertano. Meno di un anno dopo, mentre le bonifiche, quelle vere, languono, la società chiede ed ottiene un altro finanziamento. Nulla di anomalo, però, secondo l'amministratore delegato, Michele Raccuglia. «Il Commissariato alle bonifiche ci ha commissionato ulteriori attività, rispetto a quelle previste dalla convenzione di luglio 2007. Ha emesso 170 ordini di servizio e per 44 di essi siamo già alla fase preliminare del progetto». Interventi su Acerra, Nola, Marigliano. Tra le operazioni anche l'intervento al Foro Boario di Maddaloni, sito di stoccaggio provvisorio, che Recam ha affidato a terzi. Avrebbe dovuto iniziare entro il 31 gennaio, ma a fine aprile è ancora al palo. Intanto, però, la Regione concede ulteriori 18 milioni di euro dai Fondi per le aree sottosviluppate.

 

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