Inquinamento a Montoro, vietato coltivare
"Trent'anni di denunce inutili"
La mancata bonifica del torrente Solofrana, il corso d’acqua più inquinato d’Europa, fa scattare nuovamente l’allarme in tutta la piana montorese con gravi ripercussioni sull’economia locale. Infruttuosi e sterili si sono rivelati i tanti incontri istituzionali, mentre il gravissimo problema a distanza di oltre trenta anni è rimasto insoluto, anzi si è aggravato. Proprio in questi giorni è riesploso in tutta la sua drammaticità, con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini della Valle dell’Irno, colpendo particolarmente i conduttori dei fondi agricoli proprietari di appezzamenti di terreni confinanti disseminati lungo l’affluente del Sarno. A lanciare nuovamente il grido dall’allarme e denunciare l’insostenibile situazione igienico-sanitaria che incombe sul comprensorio montorese, è il sindaco di Montoro Superiore, Francesco De Giovanni. Già nel passato aveva evidenziato i gravi pericoli connessi all’inquinamento, senza aver nessun riscontro. Ora è stato costretto a emettere un’ordinanza in base alla quale i coltivatori non possono utilizzare i terreni raggiunti dal fango e dai detriti del torrente, perché dalle analisi effettuate da laboratori specializzati sono risultati inquinati. «Devo constatare che le nostre continue e documentate denunce contro coloro che attentano alla salute pubblica non hanno trovato riscontro, esasperando ulteriormente gli animi dei cittadini», spiega. «È inconcepibile che nonostante gli articolati e documentati esposti alla Procura, all’Asl competente e alle altre istituzioni tutto sia rimasto invariato», l’amaro sfogo di De Giovanni. Anche l’economia agricola locale subisce le conseguenze. Ad avvertire gli effetti devastanti sono i superstiti coltivatori della zona. Da anni avvertono una contrazione delle vendite e la causa va individuata proprio nella sfiducia dei consumatori verso prodotti un tempo noti e apprezzati in tutta Italia.