Aziende senza soldi, servizio rifiuti verso il caos
Un sistema prossimo al collasso. La nuova gestione del ciclo integrato rischia la falsa partenza e il pericolo di una nuova emergenza rifiuti è assai concreto. È l’incertezza normativa a pesare come un macigno. In attesa della conversione in legge del decreto 195, infatti, la situazione è in un pericolosissimo stallo. L’amministratore unico di «IrpiniAmbiente», Francesco Russo, ha comunicato ai vertici di Av2 Ecosistema e Asa che - in attesa di fare chiarezza - le fatture emesse per i servizi svolti nel mese di gennaio non verranno liquidate. Il nuovo soggetto gestore e l’amministrazione provinciale non intendono muoversi senza certezze: se la legge riaffiderà agli enti locali la riscossione della Tarsu, saranno i Comuni a dover garantire il pagamento dei servizi effettuati in questa prima fase del 2010. Diversamente - cioè dovesse essere confermata la titolarità in capo alle amministrazioni provinciali - Palazzo Caracciolo sarebbe pronta anche a garantire anticipazioni. Nell’attesa, però, Asa e Av2 Ecosistema, bracci operativi dei rispettivi Cosmari, rischiano di andare in crisi. Il problema, per entrambe, è la mancanza di liquidità che mette a repentaglio soprattutto il pagamento degli stipendi degli addetti. Entrambe hanno corrisposto le spettanze maturate dai lavoratori nel mese di gennaio. Se la situazione dovesse rimanere inalterata, invece, l’Asa non sarebbe nelle condizioni di pagare gli stipendi di febbraio. «Rastrellando le risorse disponibili - spiega il presidente dell’Av2 Ecosistema, Tobia Chieffo - potremmo farcela a pagare anche i prossimi emolumenti». La società che gestisce la parte operativa del Cosmari Av2 mantiene, però, come l’Asa, debiti ingenti nei confronti di fornitori e ditte presso le quali trasferisce le varie frazioni di differenziata. Una situazione ingenerata dai crediti, cospicui, che le due società vantano dai rispettivi consorzi, creditori, a loro volta, dei Comuni presso i quali viene effettuato il servizio. Chiaro che ulteriori mancati incassi - unitamente ai crediti vantati al 31 dicembre e non ancora riscossi - rendono impossibile pensare di andare avanti ancora a lungo. Il rischio di una nuova emergenza - con le attuali condizioni - è, dunque, di nuovo dietro l'angolo. La situazione è, infatti, aggravata, specie nel bacino di competenza del Cosmari Av1, dalla situazione dello stesso consorzio. L’ente guidato da Antonio Caputo - svuotato di competenze e contenuti economici - si è ritrovato il pesante fardello di 54 cosmarini, cui corrispondere, con fondi propri, le spettanze. L’impossibilità di vedersi garantire - almeno in questa fase - pagamenti da parte di «IrpiniAmbiente» - per servizi aggiuntivi forniti ad alcuni comuni - ha costretto il presidente a ricorrere ad anticipazioni bancarie, tra l’altro non ancora ufficialmente concesse dagli istituti di credito, che consentirebbero di tirare avanti fino al termine del primo bimestre. Capitolo a parte meritano, inoltre, i Comuni che stanno svolgendo il servizio in proprio e che, almeno in questa fase, sembrano essere i meno esposti a rischi. Nelle more del percorso di conversione in legge del decreto 195, infatti, resta da affrontare il nodo del trasferimento presso il nuovo soggetto gestore degli addetti attualmente occupati nelle attività afferenti il ciclo integrato dei rifiuti. Sono, dunque, numerosi gli anelli deboli e prossimi a saltare di un sistema che, ormai, non sembra essere più in grado di reggere. Anche se, da ogni parte, si continua a tamponare. Le speranze restano legate alla conclusione, in tempi rapidi, del percorso di conversione del 195. Solo attraverso una normativa certa o una «soluzione mediata tra le parti» - come suggerisce il presidente del Cosmari Av1, Caputo - infatti, si potrebbero evitare conseguenze pesanti e, per certi versi drammatiche. In caso contrario, non è da escludere anche un’interruzione del servizio e una nuova emergenza.