Montaguto Allarme per la ripresa del dissesto idrogeologico

La frana si rimette in marcia

A provocare lo smottamento le pioggie delle ultime settimane
Stop alla riapertura della bretella
10 febbraio 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Frana di Montaguto Montaguto.La frana si rimette in moto. Sfuma la possibilità di riaprire in tempi brevi, seppure solo nelle ore di diurne, la bretella al km 43 della statale 90 delle Puglie, assicurando la vigilanza in zona con volontari della Protezione Civile o delle associazioni ambientalistiche del territorio o con i vigili urbani dei comuni limitrofi. L’impegno assunto una decina di giorni fa, in sede di conferenza dei servizi presso la Prefettura di Avellino, da parte della Protezione Civile, per una valutazione di un progetto di questo tipo, non può che essere disatteso. Non a caso al Comune di Montaguto non è pervenuta alcuna comunicazione dalla Protezione Civile. La frana di Montaguto ha ripreso a muoversi più velocemente. Anzi, ha già invaso parte della cordone in cemento armato che protegge la bretella e minaccia di raggiungere la linea ferroviaria Caserta-Foggia. Si muove tre-quattro metri al giorno. A fare la preoccupante constatazione sono stati sia i responsabili dell’impresa che continuano a lavorare ai piedi della frana, che i tecnici del comune di Montaguto. «Purtroppo - spiega il sindaco di Montaguto, Giuseppe Andreano - il rischio c’era. Questa frana si muove con maggiore velocità sempre in prossimità della primavera. È successo negli ultimi quattro anni. Nelle ultime settimane il terreno sovrastante ha assorbito evidentemente notevoli quantità d’acqua. E, stando alle previsioni meteorologiche, ne assorbirà anche altre nei prossimi giorni. Ci sono poi le sorgenti che alimentano l’invaso sovrastante che potrebbe tracimare, se le sponde si dovessero indebolire per la caduta di massi. Questa volta il movimento franoso è diventato più preoccupante con qualche settimana di anticipo. In queste condizioni nessuno si assumerà la responsabilità di riaprire la bretella. L’Anas, d’altra parte, aveva già detto no a questa ipotesi. O si effettua un intervento capace di risolvere davvero il problema o trascorreranno ancora mesi per vedere la ripresa dei collegamenti tra l’Arianese e il Foggiano lungo questa arteria provvisoria. Ma non solo. Probabilmente tra una quindicina di giorni non ci saranno neanche aree disponibili per stoccare il terreno argilloso che viene continuamente rimosso ai piedi della frana. Sono quasi sature le aree individuate per questa operazione, sempre che non si torni alla proposta di trasferire a Difesa Grande una certa quantità di argilla». Il traffico veicolare viene dirottato su Ciccotonno, seppure tra continue lamentele di automobilisti e amministrazioni comunali. Ma il traffico ferroviario tra Benevento e Foggia non può essere dirottato su altre linee. Di qui tutti gli impegni per evitare che la frana investa la rete ferrata. Si va avanti tra continui interventi tampone. È la situazione provoca tensioni nell’opinione pubblica. Gli inviti alla Protezione Civile per rivedere l’intera strategia si susseguono. Antonio Membrino, esponente degli ambientalisti di Savignano Scalo, continua a ribadire che «è fallito il piano finora attuato e che bisogna ripensare a nuovi interventi». Per Giovanni Maraia, di ”Ariano in Movimento”, occorre realizzare un’altra bretella, dall’altra parte della ferrovia, in modo che non ci sia il rischio frana. Mentre l’economia locale continua a subire contraccolpi negativi, non si riesce in alcun modo ad assicurare una qualche certezza a residenti e automobilisti. La frana di Montaguto avanza e seppellisce ogni speranza di ripresa del territorio.

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