Sarno

Rifiuti speciali, sequestrata la cava di Iovino

Sorvegliato speciale avrebbe dovuto provvedere alla sicurezza dell'area
8 febbraio 2010 - Antonio Orza
Fonte: Il Mattino Salerno

Sarno. Blitz dei carabinieri della compagnia di Nola in una cava trasformata in discarica abusiva già sottoposta a sequestro il 7 gennaio di quest'anno: sequestrati beni per 5 milioni di euro e tre persone denunciate per violazioni alle normative a tutela dell'ambiente. Il blitz dei carabinieri è scattato in via Muro d'Arce, nel corso di un servizio organizzato per il contrasto all'illecito smaltimento di rifiuti. I militari dell'Arma hanno effettuato i controlli insieme a personale dell'Asl Na3 ed in collaborazione con i colleghi della stazione di Sarno. Dopo meticolose verifiche effettuate nella cava, gestita da una società a responsabilità limitata, la Indemar di Mercato San Severino, e di proprietà di altra società di capitali dello stesso tipo già sottoposta a sequestro il 7 gennaio scorso, sono state denunciate a piede libero tre persone per concorso in violazione alle normative a tutela dell'ambiente, illecito smaltimento di rifiuti ed attivazione di impianti di frantumazione senza le previste autorizzazioni regionali in relazione ad emissioni di polvere in atmosfera. Si tratta del titolare della società proprietaria della cava, Antonio Iovino, 46enne di San Gennaro Vesuviano, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e già noto alle forze dell'ordine per associazione per delinquere di tipo mafioso, ritenuto elemento legato al clan camorristico Fabbrocino, operante nell'area vesuviana; Emilio Fattoruso, un 50enne di Angri ma residente ad Ottaviano, amministratore e socio della società gestrice della cava Indemar srl; e un 37enne di Sarno, amministratore e socio della società gestrice della cava. Nel corso dell'operazione i militari dell'Arma hanno rinvenuto all'interno dell'area di pertinenza della cava rifiuti speciali pericolosi (materiale di risulta di demolizioni edili e fresato di asfalto nonché vari materiali a base bituminosa, ferrosa e di gomma che erano stati miscelati a terreno vegetale). Sono stati quindi sottoposti a sequestro i seguenti beni del valore stimato in 5.000.000 di euro: l'area comprendente la cava, di 42mila metri quadrati; l'impianto di frantumazione; un terreno attiguo adibito a discarica non autorizzata; un escavatore; un autocarro motrice ed un rimorchio;una pala meccanica gommata. La cava in questione aveva una doppia funzione: una estrattiva, l'altra di smaltimento illegale di rifiuti. Nel 2003, Antonio Iovino, titolare dell'Ipa, era stato autorizzato dalla Regione a realizzare nella cava lavori di messa in sicurezza. Lavori in realtà mai eseguiti. Le buche scavate per estrarre la terra venivano di fatto riempite con rifiuti speciali. L'intera area, che si estende su una superficie di 42mila metri quadrati, è stata posta sotto sequestro. La Campania - e Sarno in particolare - fa ancora oggi i conti con un'eredità terribile fatta di degrado ambientale e di forte penetrazione economica della criminalità organizzata. Da questa realtà si deve ripartire invertendo, finalmente, la rotta. È necessario, innanzitutto, avviare un piano straordinario di monitoraggio ambientale e sanitario nelle zone maggiormente interessate dagli smaltimenti illegali. Tra le province di Caserta, Napoli e Salerno, esistono decine e decine di discariche abusive, anche di rilevanti dimensioni, senza che sia stato predisposto alcun intervento tecnico-analitico per valutare con esattezza l'inquinamento ambientale prodotto e, quindi, i necessari interventi di bonifica. Si tratta di discariche dove è stato smaltito di tutto, in particolar modo rifiuti tossico-nocivi ed addirittura radioattivi.

Powered by PhPeace 2.6.4