Ecoballe: count down per la rimozione, servono le piazzole
Il generale Russo: "C'è bisogno di spazio per stoccare il vetro"
Allo Stir di Pianodardine, l’ex Cdr, aspettano un fax. Ad inviarlo, nei prossimi giorni, sarà l’Unità Stralcio per il superamento dell'emergenza rifiuti in Campania. Quel documento, a firma del generale Mario Morelli, indicherà, nel concreto, come e quando comincerà l’opera di rimozione delle migliaia di ecoballe stoccate sugli enormi piazzali dell’impianto alla periferia di Avellino. Complessivamente sono oltre 19mila, una parte - circa un quarto - è però ancora sotto sequestro da parte della Procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta su Fibe e, dunque, non rimuovibili se non dopo il via libera della magistratura. «Le ecoballe vanno rimosse, è stato un impegno del presidente Sibilia e della nostra società, dal primo momento, nell’ambito di una ben più ampia assunzione di responsabilità. Le decisioni dell’Unità Stralcio ci confortano per avviare alla normalità, gradualmente, i vari siti campani che ospitano ecoballe, a partire da quelli medio-piccoli come Pianiodardine. Anche perchè queste piazzole servono. Prima le liberiamo è meglio è», annuncia il generale Francesco Russo, amministratore delegato di Irpiniambiente, la società irpina a totale capitale pubblico, fondata dall’Amministrazione Provinciale di Avellino dopo la scadenza dei poteri straordinari del Commissariato in materia di rifiuti. Una riunione operativa ci sarà a Napoli nei prossimi giorni. E quelli a venire saranno giorni importanti anche perchè cesserà la gestione del Consorzio di Bacino Salerno 2 su una parte delle ecoballe stoccate a Pianodardine, quella più consistente. Attualmente, infatti, è proprio il Consorzio salernitano a gestire le cinque piazzole che ospitano ecoballe provenienti da Salerno e altre province campane e che saranno le prime ad essere rimosse dall’Unità Stralcio per essere trasferite al termovalorizzatore di Acerra, diove saranno bruciate. «Il passaggio - spiega il generale Russo - sarà propedeutico alle operazioni di rimozione, che spero possano cominciare nel più breve tempo possibile ed in condizioni di sicurezza ambientale, considerando lo stato di conservazione dell ecoballe». Buona parte di queste, infatti, sono scoperte, esposte alle intemperie da anni. Senza considerare la grande quantità di percolato che insiste intorno ad ogni piazzola e che andrà smaltito preventivamente. «Tra l’altro le piazzole ora servono - spiega il generale Russo - perchè potremmo ovviare ad uno dei problemi che stiamo avendo, come altre province, da qualche settimana, quello dello stoccaggio provvisorio del vetro. Le campane spesso sono piene, il vetro - che è pericoloso - va smaltito altrove, con costi, in attesa che il mercato del riciclo di questo materiale esca dal periodo di blocco attuale in tutta Ialia. Le ditte specializzate hanno depositi e magazzini stracolmi, non è facile in questa fase «ripartire». Ma non possiamo consentirci di lasciare piene le campane per strada». Intanto nell’impianto Stir gli oltre cinquanta addetti continuano quotidianamente a lavorare sulla frazione «residuo» della differenziata: 250 le tonnellate di rifiuti, tutti irpini, in entrata ogni giorno. Circa il 60% viene separata in due frazioni, la secca imballata (le ecoballe che vengono bruciate ad Acerra) e la umida tritovagliata sciolta (la Fos) che finisce nella discarica di Savignano.