Chiaiano, la sindaca: sacrifici, ora tocca anche ai napoletani
Dopo vent'anni, da quando cioè fu chiusa la discarica di Pianura, Napoli potrebbe nuovamente avere uno sversatoio cittadino. È quello della collina dei Camaldoli, nella circoscrizione di Chiaiano, proposta dalla sindaca Iervolino in alternativa a quella — sempre di Chiaiano — individuata dal commissariato per l'emergenza rifiuti ma — pare — troppo vicina a case e ospedali. «Una cava — spiega la sindaca — che, come quella di Vallata, avevamo già proposto il 31 dicembre in prefettura, prima che il commissario tirasse in ballo Pianura che invece noi avevamo sempre bocciato. Purtroppo nessuno mi ha ascoltata e nessuno ha voluto esplorare l'ipotesi ».
La cava di cui parla la sindaca, che misura 12 mila metri quadrati ed è in grado di accogliere 700 mila tonnellate di rifiuti, «garantirebbe un'autonomia di due anni alla città ». La Iervolino precisa inoltre che «è intenzione di tutti giungere ad una decisione che sia accettata e non imposta, ma allo stesso tempo dei sacrifici anche noi napoletani dobbiamo farli. La nostra è una decisione comunque grave e dolorosa, ma è la meno dannosa tra tutte le proposte considerando che il Parco delle Colline è già stato finanziato e che la cava è lontana da abitazioni e ospedale». In ogni caso, la decisione spetterà al commissario De Gennaro. «Sarà lui che dovrà decidere in base ai poteri avuti con il mandato del presidente del Consiglio dei ministri ».
La sindaca esclude quindi tensioni sociali, almeno come quelle esplose a Pianura, a inizio anno, «perché Chiaiano non è affatto come Pianura, lì la discarica è in mezzo al quartiere. A Chiaiano, invece, ci troviamo in una zona diversa».
Della cava a Chiaiano hanno discusso ieri in un vertice tecnico i rappresentanti del commissariato, del-l'Asìa e del Comune. Era presente anche il presidente della Commissione Ambiente, Migliaccio. È scaturita una difficoltà legata al fatto che la cava proposta dalla sindaca non è inserita nell'elenco dei siti previsti dall'ordinanza del presidente del Consiglio, ma è catalogata come «discarica sostitutiva». Per questo, la proposta necessita di una condivisione, non solo della giunta ma anche del Consiglio, che invece è contrario all'ipotesi. E in assenza di un via libera del Consiglio, servirebbe modificare i poteri di De Gennaro.
L'ipotesi ha però incassato un via libera significativo: quello di Mario Santangelo, coordinatore dei direttori generali degli ospedali napoletani, che ieri ha scritto una nota alla sindaca e al governatore Bassolino: «Perché — spiega — se le discariche sono fatte bene e sono ben tenute non sono affatto nocive per la salute dell'uomo, questo perché i rifiuti urbani non sono tossici». Santangelo ha discusso della questione in un incontro avuto al Pascale con tutti i manager degli ospedali della zona collinare. «Sono andato a vedere col collega Cusani, manager del Monaldi, la cava. Quindi, i direttori generali hanno concordato con noi che, per quanto di nostra competenza, come ospedali, la cava in questione non crea problemi né da un punto di vista della gestione né logistico. Piuttosto, siamo fortemente preoccupati se il problema non si dovesse risolvere entro l'estate».