Romano torna all'Asa. Rifiuti via da Pianodardine

Il presidente pone le condizioni: blocco delle assunzioni e limiti al partner. «Mandato a termine»

4 febbraio 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Angelo Romano torna alla guida dell’Asa. Tredici giorni dopo le sue dimissioni rientra nel consiglio di amministrazione, rispondendo positivamente alle sollecitazioni arrivate da politica e istituzioni. «Sono lusingato e intimamente colpito - dice - dagli attestati di stima e fiducia che i sindaci dell’assemblea del Cosmari hanno voluto esprimere nei confronti della mia persona e del mio operato alla guida dell’Asa». Romano accetta, dunque, la cooptazione arrivata nel cda di sabato scorso. Ma, stavolta, pone dei paletti - pubblicizzazione dell’Asa, blocco di nuove assunzioni e riorganizzazione della logistica - entro i quali condurre l’attività della società. E chiarisce che si tratta di un «mandato a termine». Alla sua rielezione non partecipa l’amministratore delegato Sheila Chiusolo che abbandona i lavori del cda. Testimonianza di una frattura con la parte privata che appare ormai insanabile. Questa volta, Romano non sembra preoccuparsene e tira avanti diritto. «Ritengo doveroso - continua - proseguire l’opera bruscamente interrotta, in una delicata fase di transizione e di passaggio di consegne. Riprendo la guida dell’Asa per spirito di servizio e amore verso la città, per la quale negli ultimi anni mi sono speso nel pieno rispetto dei principi di moralità e trasparenza». Il presidente fa sue le indicazioni arrivate dall’assemblea dei sindaci del Cosmari e illustra le condizioni del suo impegno. «Il mio operato - continua - non potrà prescindere da tre priorità che vanno perseguite con decisione e determinazione: la pubblicizzazione dell’Asa, con l’acquisizione delle quote in capo al privato, entro 60 giorni, il blocco di ogni provvedimento volto a modificare la pianta organica in termini numerici e un’immediata riorganizzazione logistica, che prenda le mosse dall’individuazione di una struttura confacente alle esigenze dell’Asa, mediante un percorso a evidenza pubblica. Auspicando il sostegno della parte pubblica all’interno del cda - aggiunge - considero il mio impegno una missione a termine, fin quando non sarà definito il nuovo quadro legislativo relativamente alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti e non sarà completato il percorso di trasferimento di tutte le competenze alla società provinciale». Il presidente, infine, non manca un ringraziamento a quanti lo hanno sostenuto, in primis il segretario del Pd Caterina Lengua e Lello De Stefano che «hanno compreso le motivazioni che mi hanno spinto a prendere le distanze dal partito in un momento di amarezza e sconforto». Il responsabile del dipartimento enti sovracomunali del Pd, De Stefano, è stato il primo a salutare con soddisfazione il ritorno di Romano alla guida dell’azienda. «La sua conferma - evidenzia - è il risultato di un lavoro intenso svolto per garantire trasparenza, moralità ed efficienza alla più grande azienda pubblica che opera in provincia nel settore dei rifiuti, ma anche per ribadire la linea di rigore e intransigenza della parte pubblica». Resta, invece, ancora delicata la posizione dei cosmarini. In attesa di recuperare le risorse necessarie al pagamento delle spettanze di gennaio - che verranno corrisposte con qualche giorno di ritardo - il presidente del consorzio Antonio Caputo ha incassato, suo malgrado, il rifiuto di una buona fetta delle organizzazioni di categoria al trasferimento di una parte degli addetti all’Asa. Il sindacato azzurro - posizione condivisa dall’Ugl - ha rifiutato, in sintesi, l’ipotesi che dipendenti pubblici vengano assorbiti da una società mista con norme di diritto privato. Dalle altre sigle è arrivata, altresì, la richiesta a tener presente le difficoltà economiche dell'azienda di viale Italia ed evitare destabilizzazioni. Nonostante Caputo abbia ribadito «le difficoltà di un ente svuotato di contenuti e competenze a reperire le risorse finanziarie al pagamento degli stipendi», i sindacati hanno chiesto di attendere le procedure di conversione in legge del decreto 195, dichiarandosi disponibili ad un vertice con amministrazione e società provinciale.

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