Presidenza Asa, i Sindaci convincono Romano

Bloccate assunzioni e contratti, oggi la decisione nel consiglio di amministrazione dell’azienda

3 febbraio 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Ridare una guida all’Asa, definire il destino dell’ente, assicurare un futuro occupazionale ai cosmarini. Sono queste le tre questioni intorno alle quali si è sviluppata la discussione degli amministratori dei 44 comuni del Cosmari Av1, riuniti in assemblea presso la sala consiliare del Comune di Avellino. Dai sindaci è arrivata un’unanime richiesta al presidente dimissionario dell’Asa, Angelo Romano, a tornare sui suoi passi. L’assemblea ha espresso solidarietà e stima, sollecitando chiarezza sulla questione Asa. Forte la presa di posizione degli amministratori, sollecitata dal sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso, con la condivisione dell’azione avviata dal presidente del Cosmari, Antonio Caputo, per il blocco delle procedure rispetto alla paventata assunzione di nuovo personale. Caputo ha evidenziato che «i lavoratori che dovessero riscontrare la lesione dei propri diritti soggettivi potranno eventualmente ricorrere al giudice del lavoro». Gli amministratori hanno richiesto, altresì, che l’eventuale prosecuzione della trattativa per il fitto di una nuova sede, nel quadro delle note carenze logistiche dell’Asa, venga portato avanti da presidente e consiglio di amministrazione assicurando trasparenza e legalità. L’auspicio di tutti è, dunque, quello che Romano partecipi alla riunione di oggi e riprenda in mano le redini dell’azienda di viale Italia. Il presidente dimissionario, dopo gli attestati di solidarietà e le ripetute sollecitazioni, annuncia che scioglierà la riserva solo all’immediata vigilia. «Auspichiamo - evidenzia il presidente del Cosmari - un suo ripensamento: l’assemblea dei sindaci ha lanciato un messaggio forte. La soluzione Romano sarebbe la migliore per il prosieguo dell’attività dell’Asa». Intanto, è stata respinta la proposta arrivata da Caputo di mettere in liquidazione l’ente. Alcuni colleghi -come il primo cittadino di Mercogliano, Tommaso Saccardo - hanno pure concordato sull’ipotesi di scioglimento immediato del consorzio: «inutile e dannoso» prorogare l’attività di una struttura svuotata di funzioni e contenuti economici. I sindaci hanno, però, convenuto sull’opportunità di rinviare la discussione in attesa della conversione in legge del decreto 195. L’eventuale conferma di alcuni servizi e competenze ai comuni riaprirebbe, infatti, il discorso relativo all’utilità dell’attività dei consorzi, almeno nella fase di transizione. Il prosieguo della gestione amministrativa del Cosmari è stata affidata al presidente Caputo dal quale è arrivato l’ennesimo appello alla responsabilità dei comuni morosi. Il numero uno dell’ente di via Pescatori ha ribadito, infatti, la preoccupazione per l’emergenza finanziaria che il consorzio si trova ad affrontare e che crea difficoltà anche alla compartecipata Asa. A Caputo è stato pure affidato il mandato a trattare con la Provincia e con il nuovo soggetto di gestione della stabilizzazione dei Cosmarini. Il presidente ha predisposto le fatture per i servizi accessori svolti per conto di «IrpiniAmbiente». Gli introiti, però, non sono sufficienti al pagamento degli stipendi di gennaio. Il Cosmari garantirà, quindi, a tutti i dipendenti solo una tranche delle spettanze maturate. Nel frattempo, è necessario avviare il trasferimento dei lavoratori presso l’Asa. Della questione si discuterà oggi nel corso di un incontro con le organizzazioni di categoria. Caputo illustrerà la situazione dell’ente, ormai sprovvisto di ogni funzione e competenza e svuotato di ogni contenuto economico. Dal presidente arriverà, dunque, l’invito al trasferimento di quota parte degli addetti alla società di viale Italia. «Qualora - aggiunge Caputo - l’ipotesi dovesse essere respinta, ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità». A quel punto, non sarebbe da escludere la possibilità di un ricorso alla mobilità. Per gli altri cosmarini, Caputo auspica che «l’assorbimento da parte della società provinciale, anche alla luce della copertura finanziaria che potrebbe arrivare dalla conversione in legge del decreto 195». Il Cosmari, infatti non è nelle condizioni di garantire tutto il personale in organico.

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