Rifiuti, Iervolino su Chiaiano "La discarica scelta inevitabile"
Parola d´ordine: offrire soluzioni. E sfondare su due opzioni parallele e complementari prima che un´emergenza possa rimettere in ginocchio la Campania: la discarica di Chiaiano a Napoli e quella di Vallata, in Irpinia. Mentre 700 tonnellate di rifiuti sommergono ancora molte strade di Napoli, e quasi altrettante giacciono lungo i marciapiedi della provincia, si fa più concreto il rischio di un´altra crisi. La minaccia di saturazione dei siti è vicina, basta dare uno sguardo agli impianti "provvisori" faticosamente aperti dal supercommissario De Gennaro.
A Ferrandelle, dove una disposizione della Asl ha impedito di ammucchiare i rifiuti fino ai 16 metri di altezza, i tecnici hanno dovuto rimodulare il piano e intervenire con l´apertura di una quarta piattaforma; a Marigliano, altro sito provvisorio, si è già superata la quota di 56 mila tonnellate a fronte delle 30 mila annunciate. Analoghi problemi di eccessiva concentrazione si registrano a Macchia Soprana, nel salernitano, dove il sindaco di Serre continua a respingere con forza eventuali ipotesi di "allargamento" della discarica. Un quadro cui si aggiungono i fronti di rivolta tuttora in corso: dopo la rabbia di Savignano, ieri sono partiti i lavori per la discarica di Sant´Arcangelo Trimonte con inevitabile coda di polemiche e accuse di «tavoli istituzionali farsa» da parte del Pdl. È in questo contesto che anche a Napoli si fa «inevitabile», come sottolinea ieri senza mezzi termini il sindaco Rosa Russo Iervolino, la scelta della cava di Chiaiano come discarica. Un progetto che non è ancora esecutivo. Ma che presto, dopo l´eventuale ok definitivo espresso dalla giunta, potrebbe diventarlo. Anche a dispetto del tenace no ribadito dai consiglieri di maggioranza e opposizione.
Il braccio di ferro su Chiaiano, beninteso, non è ancora concluso. L´incontro di ieri alla sede dell´Asìa, tra i tecnici della task force di Palazzo Salerno (l´alto funzionario Reppucci, con gli ingegneri Giangrasso e Rupoli) e la pattuglia di consiglieri comunali e docenti (Carlo Migliaccio presidente della commissione Ambiente, con il docente Franco Ortolani, e i consiglieri Moxedano e Santoro) si è chiuso con la solita riproposizione delle tesi contrapposte. Per Ortolani, «realizzare una discarica a Chiaiano significa mettere in conto un inquinamento della falda». Il commissariato smentisce tuttavia che vi siano pericoli, e aggiunge contro il rischio di eventuali sversamenti illeciti che a guardia del sito dovrebbe arrivare una caserma della Finanza o della forestale. «Qui non si passa, il Consiglio comunale ha sovranità su questi temi», incalza Migliaccio. Cui risponde l´intervento drastico della Iervolino. Il sindaco ricorda che «andare in quella cava di Chiaiano è la meno dolorosa tra tutte le possibilità finora considerate. Mi sembra una scelta inevitabile. Anzi, non fatemi parlare, già in passato io e l´onorevole Taglialatela avevamo parlato di Vallata, poi accantonata, e di Chiaiano... - è l´accenno polemico - È chiaro che l´ultima decisione spetta al commissario De Gennaro. Ma Napoli deve fare un sacrificio».
Una posizione netta che oggi lo stesso assessore Gennaro Mola avrà il compito di ribadire nella riunione di gruppo del Pd. «La linea è: la città non può opporsi ad ogni soluzione - sottolinea Mola - nella doverosa tutela della salute dei cittadini e del sostenibile impatto, dobbiamo comprendere che la volontà di uscire dall´emergenza deve essere supportata da gesti e disponibilità concrete. Le priorità sono ben chiare anche a chi dovrà eventualmente subentrare al prefetto De Gennaro. Perché dalla tenace opera svolta dall´attuale commissario al nuovo organigramma che metterà in campo il governo di centrodestra, è chiaro che non può interrompersi la sinergia di ogni livello istituzionale». A sostenere le ragioni del sì per Chiaiano, arriva anche un documento del coordinamento dei direttori generali delle Aziende ospedaliere e universitarie della Campania, insieme con la Fondazione Pascale. Osservano manager e professori: «Le discariche destinate a ricevere rifiuti solidi urbani, se ben impostate e ben condotte, non rappresentano alcun pericolo per la salute dei cittadini». Anzi, il coordinamento, sentita la relazione dei professori Santangelo e Cusano, nelle rispettive vesti di coordinatore dei direttori generali e di direttore del Monaldi (che hanno svolto una ricognizione del sito) ritiene che «quella sede può essere compatibile con la necessità che la funzione di un ospedale richiede. Lo stesso problema di una ulteriore congestione del traffico collinare appare evitato». Piuttosto, avvertono i manager, «preoccupa il protrarsi di un ritardo nella soluzione della crisi, perché i rifiuti per strada rappresentano un pericolo per la salute dei cittadini».