Cosentino, il Pd voterà sì all’utilizzo delle intercettazioni
Annuncio dei componenti della giunta sulle autorizzazioni
«I componenti del Pd della giunta per le autorizzazioni della Camera voteranno per l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni relative alle conversazioni del deputato Nicola Cosentino». Affidata a un comunicato di poche righe firmato dal capogruppo della Giunta per le autorizzazioni a procedere, Marilena Samperi, la decisione del partito di Pierluigi Bersani è arrivata ieri mattina. Il gruppo Pd, è scritto, «ha chiesto l’acquisizione del provvedimento della Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso dell’onorevole Cosentino sulla misura cautelare dell’arresto confermando la posizione espressa della nostra relazione di minoranza». La vicenda giudiziaria che vede protagonista il sottosegretario all’Economia è complessa e va ricostruita. Partiamo dall’ultimo passaggio, quello che ha visto protagonisti i giudici della Suprema Corte. Il 28 gennaio la prima sezione penale della Cassazione ha respinto il ricorso di Cosentino. I suoi legali - Stefano Montone e Agostino De Caro - avevano presentato istanza contro l’ordinanza di arresto, emessa nei confronti del sottosegretario dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica per presunti rapporti con il clan dei Casalesi. Anche se la Suprema Corte ha confermato la legittimità della richiesta di custodia cautelare, Cosentino non subisce alcuna limitazione della libertà personale poiché la Camera dei Deputati negò un paio di mesi fa l’autorizzazione per la richiesta di arresto. Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Vito Monetti, aveva chiesto di respingere il ricorso, come poi è avvenuto. L’ordinanza di custodia cautelare - commentarono i legali di Cosentino parlando alla fine dell'udienza - potrebbe entrare in vigore solo al termine del mandato parlamentare del sottosegretario nel caso in cui la magistratura non avesse «ancora appurato l'estraneità di Cosentino ai fatti per i quali è stato emesso il provvedimento del gip. Secondo l’accusa, Nicola Cosentino avrebbe contribuito a rafforzare i Casalesi, negli anni '90. E, nella sua carriera politica, avrebbe sempre potuto contare sui voti del clan camorristico: grazie a questo sostegno sarebbe diventato, così, consigliere provinciale, regionale, e poi deputato. È quello che scrivono gli inquirenti nelle 351 pagine della ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del sottosegretario alla Economia e coordinatore campano del Pdl. Il provvedimento, firmato dal gip Raffaele Piccirillo su richiesta dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, giunse l’11 novembre scorso alla Camera per l'autorizzazione alla esecuzione. Accuse pesanti e sempre respinte dall’interessato. La Dda è convinta che l’esponente del Pdl, che sembrava ormai prossimo alla candidatura per la presidenza della Regione, avrebbe «garantito la continuità dei rapporti fra imprenditoria mafiosa e le amministrazioni pubbliche» nel Casertano.