Acerra, il termovalorizzatore solo alla Regione o ai privati

emendamento del Pdl
Il valore dell'impianto stimato in 350 milioni
4 febbraio 2010
Fonte: Il Mattino

Sì alla cessione del termovalorizzatore di Acerra ai privati. È la proposta del senatore del Pdl Antonio D’Alì, contenuta nell’emendamento 7.2 al decreto legge sulle emergenze all’esame del Senato. Se ne discuterà in aula nei prossimi giorni, in attesa del voto finale sul decreto legge di conversione del decreto sulle emergenze previsto per la settimana prossima. Se l’emendamento presentato dal senatore siciliano relatore del provvedimento dovesse essere approvato, la proprietà del termovalorizzatore di Acerra dovrà essere trasferita alla Regione Campania, alla Protezione civile o ad un soggetto privato entro il 31 dicembre 2011. Esclusa, quindi, la possibilità di cessione ad altri enti territoriali: Comuni, Province o aziende per la raccolta dei rifiuti. Cade, così, l’ipotesi di affidare anche queste strutture alle Province, che dal primo dicembre 2011 dovranno già riscuotere Tarsu e Tia. L’emendamento stabilisce anche il valore del termovalorizzatore, stimato in 350 milioni di euro. Potrebbe risolversi in questo modo, dunque, la disputa mossa dalla Fisia Italimpianti (la società di Impregilo che si occupa del termovalorizzatore) che aveva deciso di presentare ricorso presso il tribunale di Genova senza attendere eventuali modifiche durante la conversione in legge del decreto che avvia la gestione ordinaria per l’emergenza rifiuti in Campania. Nel ricorso si parla di violazione del diritto di proprietà, violazione della normativa europea in materia di libertà d’impresa e mancato rispetto dei tempi di pagamento dei fornitori. La società di Impregilo contesta il punto del decreto - approvato dal Consiglio dei ministri alla vigilia di Natale - che sancisce che il valore dell’impianto di Acerra dovrà essere stabilito dall’Enea. La soluzione arriva ad un mese dalla disputa tra il governatore Antonio Bassolino e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Il presidente della giunta regionale, infatti, insorse davanti alle prime ipotesi di stesura del decreto e bollò come «anomala» l’ipotesi che il prezzo fosse definito da parte del governo. Se l’emendamento 7.2 dovesse essere approvato, il ricorso della Fisia Italimpianti sarebbe in pratica accolto e la Regione tornerebbe ad alzare la voce. Ma c’è anche un altro emendamento che - se approvato - potrebbe innescare nuove polemiche. È quello presentato dal relatore all’articolo 5 del decreto sulle emergenze, che stabilisce che i 250 militari impiegati nelle unità operative e unità stralcio, previste nella fase di transizione dopo l’emergenza rifiuti in Campania, potranno svolgere lavoro straordinario fino ad un massimo di 200 ore mensili. Stando all’emendamento, infatti, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso potrebbe disporre spese mensili fino ad un massimo di 400mila euro per la retribuzione del lavoro straordinario. Facile prevedere nuove proteste in arrivo.

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