«Ecoballe in garanzia per il ponte»

Ganapini: appalto sullo Stretto grazie ai rifiuti Impregilo replica: falso, sono sotto sequestro
4 febbraio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Ecoballe «Le balle di Giugliano e Villa Literno non si possono bruciare perché Impregilo le ha date in garanzia alle banche che gli hanno permesso di partecipare alla gara per il ponte sullo stetto di Messina. E così va avanti la procedura di infrazione avviata dall’Unione europea»: l’accusa parte dall’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Walter Ganapini. E la replica della società non si fa attendere: «Questa è una ecopalla», spiega il portavoce della società. Quello dei 6 milioni di ecoballe accatastati tra Giugliano e Villa Literno, è uno dei problemi ancora aperti dell’emergenza rifiuti. Una parte, meno di un milione, è di proprietà del commissariato di governo che ne sta smaltendo 500 tonnellate al giorno nel termovalorizzatore di Acerra; il resto appartiene alla Fibe (la società del gruppo Impregilo che ha costruito l’impianto) che fu autorizzata dall’allora commissario Antonio Bassolino a bruciarle dopo la costruzione dell’inceneritore. Una delle decisioni finite nel mirino della magistratura. I pm hanno anche indagato sulla composizione delle ecoballe e le hanno sequestrate come «corpo del reato». «Il problema delle ecoballe è parte integrante della procedura di infrazione avviata dall’Europa e la mancanza di soluzione è parte dei motivi per i quali verremo probabilmente condannati – sostiene Ganapini - Noi come sistema Paese disponiamo di almeno due tecnologie capaci di utilizzare quelle balle come combustibile avendo pochissime emissioni. Abbiamo sempre detto che ci interessava il rapporto con l’Enel che nel programma carbone pulito ha sviluppato con Ansaldo caldaie una tecnologia a impatto zero che produce energia bruciando ecoballe in maniera perfetta». L’assessore sottolinea che quel sistema è riconosciuto come il migliore al mondo del settore dal mit. Ma non è l’unico: «Stiamo dialogando anche con altre grandi imprese che lavorano pure con la Protezione civile e utilizzano il processo di gassificazione», dice infatti Ganapini. Bruciare le balle sarebbe possibile anche perché i sindaci dei due comuni più interessati, Villa Literno e Giugliano, si dicono disponibili a ospitare gli impianti necessari che, sottolinea ancora Ganapini, «non sono termovalorizzatori ma impianti specifici». E poi: «Ora per bruciare le balle bisogna mischiarne il contenuto con rifiuti freschi: è necessario, infatti, abbatterne il potere calorifico che per l’impianto di Acerra non deve superare le 4.000 calorie. Se hai un diesel non puoi usare benzina altrimenti il motore sballa». Ma non sono le difficoltà tecniche a impedire la soluzione del problema. «Io mi sono trovato in prossimità di definire una soluzione insieme ai sindaci dei due comuni interessati - dice Ganapini - avevo anche avanzato una proposta, ma mi sono dovuto bloccare perché le vecchie ecoballe non sono di fatto disponibili: 3 milioni sono sotto sequestro come corpo di reato e ho avuto la conferma che le altre sono state date da Impregilo in garanzia a un pool di banche che hanno elargito un finanziamento di 900 milioni di euro perché l’azienda potesse partecipare alla gara del Ponte sullo Stretto». Ma secondo Impregilo le cose non stanno così: «Noi non abbiamo mai dato le cosiddette ecoballe in garanzia per il ponte di Messina – dice il portavoce dell’impresa - Non so da dove possa essere uscita una notizia del genere. Abbiamo presentato per il Ponte di Messina, così come per tutte le altre gare che ci siamo aggiudicate, da Panama a Las Vegas, delle garanzie che si fondano sull’affidabilità e sulla solidità dell’azienda».

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