Il Pdl: "Cosentino non deve dimettersi"
Il Pdl si schiera al fianco di Nicola Cosentino, su cui pende una richiesta di arresto rigettata dalla Camera dei deputati ma confermata ieri dalla Cassazione. La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso presentato dai legali del sottosegretario all’Economia, pronunciandosi per la validità dell’impianto accusatorio. Una decisione, questa, che secondo il partito di Berlusconi non cambia le cose: per gli esponenti azzurri, insomma, Cosentino deve restare al suo posto. «La Cassazione - spiega il vicecoordinatore regionale Mario Landolfi - non entra nel merito della vicenda e si esprime solo sulla legittimità del procedimento». D’accordo il deputato Paolo Russo, che esprime perplessità sulla scelta dei giudici: «A nostro avviso l’impianto accusatorio mantiene un alto tasso politico-polemico. Sul piano della sostanza, però, non ci sono novità. Anzi, la candidatura di Stefano Caldoro consente oggi una battaglia più libera e aperta anche sul fronte dell’agibilità democratica in Campania». Per il senatore Luigi Compagna «la Cassazione ha esercitato il proprio mestiere di giudice del diritto nella massima serenità e nel massimo rispetto. Politicamente, tuttavia, è forse venuto il momento di ricordare a chi pretende che Cosentino si dimetta dal genere umano che tali dimissioni non sono previste da nessun ordinamento, meno che mai da quelli di democrazia liberale». Diversa la posizione di Italo Bocchino, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera: «Queste decisioni riguardano le sue valutazioni personali, Berlusconi e il partito. In questa fase per tutti gli altri non è opportuno intervenire». Il coordinatore cittadino del Pdl, Marcello Taglialatela, esprime pieno sostegno al sottosegretario: «Mi dispiace per Nicola, avrebbe meritato una cancellazione delle misure cautelari. Mi aspettavo, comunque, una decisione del genere da parte della Cassazione perché altrimenti ci sarebbe stata una ulteriore sconfessione dell’operato dei giudici. Prima la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera e poi il Parlamento hanno infatti respinto una richiesta considerata sbagliata. Cosentino - aggiunge - potrà sempre contare sulla forza e sulla solidarietà della classe dirigente che ovviamente è convinta della sua totale estraneità rispetto alle accuse che gli sono state mosse. Vinceremo la campagna elettorale anche per lui». Infine il deputato Maurizio Iapicca, secondo cui «la magistratura continua a scegliere i candidati e questo francamente mi amareggia. Meno male che c’è Caldoro, una grande risorsa, che ci farà vincere le elezioni. Siamo un partito forte e andiamo avanti». La pronuncia della Cassazione, però, rischia di riaprire un fronte politico che era stato momentaneamente accantonato: nel centrosinistra, ma anche all’interno del Pdl e della maggioranza, c’è chi invoca le dimissioni di Cosentino da sottosegretario per motivi di opportunità. Finora, però, la risposta dell’esponente del governo Berlusconi è sempre stata negativa.