Inceneritore, indennizzi di carta
Ganapini: il diritto c'è ma mancano i soldi
MADDALONI. Non ci sarà tutela contro le «fonti di inquinamento permanenti». Walter Ganapini rompe il silenzio. C'è stato l'auspicato faccia a faccia tra l'assessore regionale all'Ambiente e Salvatore Liccardo (vicesindaco facente funzioni). Risultato: avrà un epilogo interlocutorio l'istruttoria per il riconoscimento dell'indennizzo dei «danni ambientali collegati all'attivazione del termovalorizzatore impianto di Acerra, nella confinante località Pantano». Tecnicamente, il Comune di Maddaloni (il centro abitato geograficamente più vicino all'impianto) ha titolo per chiedere un «indennizzo sotto forma di opere per la tutela ambientale». «Praticamente - dice Liccardo - non esistono risorse a sostegno dei progetti annunciati, e di quelli approvati, finalizzati al risanamento ambientale». Su tutto, non ci sono soldi necessari per far funzionare l'osservatorio ambientale che vigila sul termovalorizzatore. «Non c'è un centesimo - precisa il vicesindaco - per sostenere l'attività dei tecnici da nominare nell'organo di vigilanza. Né per il tecnico-medico che vorrebbe nominare il nostro Comune, e né per le attività dei consulenti di San Felice a Cancello e Acerra». Scontato quindi anche il mancato finanziamento del capitolo del ristoro ambientale. Resta solo il riconoscimento dei diritti. È un contentino. Ancora più complicata è la gestione dei siti contaminati. Ganapini, con molta franchezza, ha reso pubbliche le cifre della spinosa questione bonifiche. Recentemente, la discarica urbana dell'ex-Foro Boario, con le sue 4500 tonnellate di rifiuti in autocombustione, è stata inserita pieno titolo nei progetti di «Bonifica del litorale domizio e flegreo». Ma è solo una lista d'attesa. «In cifre - rivela Liccardo - degli 800 milioni di euro complessivi necessari ne sono disponibili solo 55. In concreto, non c'è un euro per avviare la maxioperazione di risanamento ambientale». Così, il sito, posto lungo l'ex-statale 265, che ha ricoperto il territorio di diossina per tre anni, resta nell'elenco delle «criticità ambientali da avviare a bonifica» ma non è affatto prossimo alla bonifica. Si ripete la vicenda dell'assegnazione e revoca dell'appalto (per due milioni e mezzo) per l' «asporto, la messa in sicurezza e la riqualificazione ambientale» sempre dello stesso sito. Il finanziamento aveva reso possibile l'avvio della gara d'appalto (regolarmente pubblicata sul Burc) e pure l'affidamento dei lavori. Tutto inutile. Ora, si registra una piccola svolta: le 4500 tonnellate di rifiuti combusti sono stati ufficialmente caratterizzate dalla Jacorossi su ordine del Commissariato alle bonifiche. Ora, toccherebbe all'Esercito supplire al vuoto di competenze: gestire, coordinare e vigilare sulle operazioni di svuotamento e al conferimento di tutte le tipologie di rifiuti in una ordinaria discarica regionale.