Termovalorizzatore di Acerra, la Fibe ricorre al Tar
Fibe ricorre al Tar del Lazio per contestare il decreto 195, quello che sanziona la fine dell’emergenza rifiuti: la prima udienza è stata già fissata per domani. La società del gruppo Impregilo contesta la parte della norma che autorizza l’affitto alla protezione civile del termovalorizzatore di Acerra. Secondo l’azienda la legge è illegittima perché contraria alla normativa europea e italiana e alle procedure previste in materia di esproprio. Fibe ne chiede l’abrogazione e vuole che sia sottoposta alla corte di Giustizia europea. La sentenza del Tar potrebbe arrivare già domani o essere rinviata. Ma in Campania si discute anche degli impianti prossimi venturi. La Provincia rilancia l’idea di un termovalorizzatore (o di un gassificatore), da realizzare tra Giugliano e Villa Literno per bruciare le balle abbandonate ormai da anni nell’area Nord. E lo fa proponendo un emendamento al decreto 195, quello in discussione nelle commissioni ambiente e affari costituzionali del Senato. Ieri in consiglio regionale l’assessore ha illustrato la richiesta di modifica. L’ipotesi è quella di realizzare una struttura che bruci i sei milioni di balle accumulate dai commissariati di governo che si sono succeduti dal 2001 in poi. Non si potrebbero, però, in ogni caso toccare i rifiuti incellofanati dalla Fibe che sono stati sequestrati dalla magistratura. Questa soluzione, è la tesi dell'assessore Caliendo, lanciata già in passato dal sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, permetterebbe di evitare lo spostamento di grandi masse di balle sistemate presso le aree di stoccaggio tra Napoli e Caserta. I rifiuti, insomma, verrebbero bruciati nella stessa zona dove giacciono da anni. Per rendere conveniente la costruzione e la gestione dell’impianto vi si dovrebbe devolvere il cosiddetto Cip 6 (il contributo previsto per le fonti di energia rinnovabile) che era stato destinato a Santa Maria La Fossa: secondo il ragionamento della Provincia, infatti, il termovalorizzatore di Giugliano servirebbe a bruciare quello che avrebbe dovuto andare nella struttura casertana. «Il problema - spiega Caliendo - lo avevamo già affontato mesi addietro in una riunione con i sindaci di Giugliano e Villa Literno, i tecnici della Regione e quelli di Bertolaso. Ora abbiamo concretizzato la proposta». Ma non tutti sono d'accordo. Il capogruppo di Rifondazione Comunista in consiglio Provinciale, Tommaso Sodano, infatti sostiene: «La Provincia fa un altro regalo ai cittadini di Giugliano: per smaltire i milioni di balle di rifiuti il presidente Cesaro promette la costruzione di un inceneritore. È una vera follia a cui ci opporremo con tutte le nostre forze». Poi Sodano attacca duramente la struttura del sottosegretario: «Della fine dell’emergenza raccontata dai vertici del Governo, non c’è traccia nei fatti di queste settimane, e Bertolaso ha semplicemente avuto il potere di compiere azioni, per le quali altri sarebbero finiti immediatamente in galera». L’ex videpresidente della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti contresta la discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio e quella di Chiaiamo perchè a suo parere «continuano a permanere i dubbi sulla impresa privata che gestisce la discarica, visto che non possiede la certificazione antimafia».