Assunzioni e veleni, è scontro aperto nell'Asa
È scontro all’interno del consiglio di amministrazione dell’Asa. La rottura tra presidente e amministratore delegato pare, ormai, insanabile. Angelo Romano non è intenzionato a tornare sui suoi passi: nonostante i numerosi attestati di solidarietà ricevuti, ha ribadito che «non ci sono le condizioni per il ritiro delle dimissioni», facendo intendere che darebbe la sua disponibilità a riprendere la guida dell’Asa solo in caso di liquidazione della parte privata. La reazione dell’amministratore delegato, Sheila Chiusolo, è dura: precisa che «le notizie sull’illegittima assunzione di personale dipendente presso la società» e le dichiarazioni di Romano «non corrispondono a verità». La querelle provoca la reazione del presidente del Cosmari Av1, Antonio Caputo, che - in qualità di socio di maggioranza dell’Asa - fa pervenire una nota al cda per evidenziare che le ventilate assunzioni non solo non devono essere ratificate, ma devono pure essere controdedotte sul piano legale. E da Caputo arriva anche un ammonimento al comportamento dell’amministratore delegato. Il duello Il presidente Romano ha apprezzato gli attestati di solidarietà ricevuti da tutti. Ma ribadisce la volontà di non tornare sui suoi passi. Si aspettava una risposta politica forte che non è arrivata. Immaginava che rendere pubbliche le assunzioni avrebbe fatto emergere la necessità di chiudere i rapporti con il privato. L'ipotesi è stata nuovamente paventata: ma non c'è stata alcuna presa di posizione a riguardo. Romano rilancia le critiche nei confronti dell’amministratore delegato e Chiusolo ribatte sottolineando due aspetti: «L’infondatezza delle accuse in merito a illegittime assunzioni» e l’evidenziazione di «un’effettiva esistenza, nell’Asa, di esigenze di personale». «Ogni competenza in ordine alle assunzioni - spiega - spetta al cda, al quale ho provveduto a rimettere una proposta di conciliazione di liti intentate da terzi che pretendono l'accertamento della già avvenuta costituzione di rapporto di lavoro subordinato. Non esiste, dunque, alcuna violazione di legge». La Chiusolo evidenzia, inoltre, che «nei passati esercizi, con l’approvazione dell’ex presidente, si è fatto massiccio ricorso al pagamento di straordinari». Romano risponde con due considerazioni. «La Chiusolo - spiega - non ha mai portato all’attenzione del cda alcuna proposta di conciliazione o di assunzione di personale. C’è, invece, una nota ufficiale con la quale si dice contraria - ”perché non vantaggiosa per l’azienda” - alla richiesta di quattro dipendenti di far subentrare loro congiunti a seguito di un ritiro anticipato per problemi di salute. Con una nota del 19 gennaio, inoltre, prescrive al legale dell'Asa la traccia sulla quale operare per l’eventuale soluzione transattiva da definirsi nel corso del tentativo di conciliazione davanti all’ufficio provinciale del lavoro che ha portato alle 11 assunzioni». Ma con una nota del 15 gennaio, Chiusolo getta le basi per un nuovo posto di lavoro nell’Asa. La rappresentante del gruppo Pescatore - socio privato dell’azienda - comunica a Emiliano Pescatore che «si è favorevoli ad un suo inquadramento lavorativo». Scrive «in nome e per conto dell’Asa» (Romano ne è venuto a conoscenza solo ieri, ndr), plaude all’impegno di Pescatore nel ruolo di amministratore delegato dell’Asa, evidenziando che «ha avuto il merito di aver salvaguardato gli interessi dell'azienda dirimendo quelli privati». «Nella prospettiva di sviluppo della società - aggiunge - mi rendo disponibile a salvaguardare il vostro rapporto lavorativo con l’Asa». Il presidente Caputo. presidente del Cosmari Av1 - socio di maggioranza dell’Asa -, invita Romano a tornare sui suoi passi e invia una missiva ai consiglieri. Ricorda l’esigenza di non ratificare le assunzioni nel consiglio di amministrazione e di controdedurle sul piano legale. Dal numero uno del Cosmari arriva, inoltre, un ammonimento alla Chiusolo a svolgere il suo ruolo ottemperando al codice civile e allo statuto. Il presidente, che non esclude la possibilità di riaprire la partita per l'acquisto delle quote dei privati presenti nell'Asa, conferma la possibilità di trasferire alla società, per rispondere alle esigenze di personale, alcuni cosmarini. Sulla questione interviene Francesco D’Ercole, capo dell’opposizione di centrodestra in consiglio regionale. «È la dimostrazione - dice - che mentre si continua a parlare di ”nuovo”che avanza, a farla da padrona è sempre il ”vecchio”. Undici assunzioni si comprendono solo come infornata a scopo elettoralistico. Infornata ancora più incomprensibile se si pensa che in conseguenza del trasferimento di competenze già centinaia di cosmarini rischiano di perdere il proprio posto di lavoro».