Sepe: territorio inquinato ora salviamolo

21 gennaio 2010 - Rosanna Borzillo
Fonte: Il Mattino

«Una natura irrimediabilmente offesa da forme devastanti d'inquinamento. Un territorio divenuto sversatoio di rifiuti tossici che ha consentito la fortuna di numerose cosche mafiose e d’interi settori industriali del Nord che grazie al basso costo dello smaltimento illegale, possono ora stare accanto ad altre regioni avanzate d’Europa». Diventa una denuncia impietosa quella che emerge dal convegno promosso, ieri, a Napoli, dall’Istituto Toniolo di Milano, fondatore dell’Università Cattolica. Se ne fa portavoce il Vicario episcopale per la Cultura monsignor Adolfo Russo, nell’aprire la tavola rotonda preceduta dall'intervento del cardinale Crescenzio Sepe. «Napoli - aveva esordito il cardinale Sepe - vive un clima inquinato non soltanto dal punto di vista atmosferico ma anche etico e morale. Pensiamo - dice Sepe - di essere sovrani assoluti o dominatori dei beni che Dio ci ha dato, ma invece siamo solo amministratori di una terra che abbiamo il compito di coltivare e custodire». «Il nostro Sud - incalza monsignor Russo - è diventato la pattumiera di un Nord industrializzato. A noi è toccata soltanto la povertà. Siamo anche la prima generazione di adulti che non può riconsegnare ai posteri la propria terra, bella come l’ha ereditata dal passato. Le sue ferite sono sotto gli occhi di tutti: fiumi e mari inquinati e un territorio nel quale gli indici di malattie tumorali della popolazione sono vertiginosamente cresciuti». Ma tra i relatori, individuati dal delegato diocesano dell’Università Cattolica Gianni Cacace, emerge la convinzione che Napoli può vincere il suo riscatto proprio attraverso i rifiuti. «Nel comparto dell'ambiente in Italia potranno venir fuori 150mila posti di lavoro - dichiara Anna Maria Tarantola, vice direttore generale della Banca d’Italia - la vera possibilità di occupazione nasce proprio nel campo delle energie rinnovabili». I rifiuti come risorsa: è la teoria di Luigi Fusco Girard, docente di Economia alla Federico II. «Napoli può diventare la capitale della ”green economy”: strappando all’economia illegale e riportando nelle mani dei cittadini la rigenerazione dei rifiuti. Il riciclo dei materiali e la produzione di nuove tecnologie energetiche sono alla base per una sviluppo sostenibile».

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