Nuovo piano per la bonifica del Sarno, scatta la fase due
Con la consegna alla Regione dei depuratori di Solofra e Mercato San Severino, il generale Roberto Jucci aggiunge un tassello fondamentale all’opera di bonifica della valle del Sarno, ormai in via di completamento. Da sei anni alla guida del Commissariato per l'emergenza del bacino di quello che è stato considerato il fiume più inquinato d’Europa, l’ex generale dell’Arma dei carabinieri lascerà l'incarico nel mese di marzo. Ma prima di fare le valigie, traccia un bilancio delle attività di risanamento avviate su un territorio di 500 chilometri quadrati: 30 reti fognarie, 6 impianti di depurazione, 4 collettori, 2 interventi di sistemazione idraulica e di bonifica, 4 siti provvisori di stoccaggio e trattamento e altre opere minori, tra le quali la pista pedonale lungo una delle sponde del fiume e l’intercettatore di macroinquinanti posti alla foce. Un’opera imponente in cui sono stati investiti da Governo e Regione 650 milioni di euro, di cui 400 sono stati già spesi. Per completare l’attività di risanamento, servono ancora 250 milioni per il dragaggio (150 mln), per le acque bianche (80 mln) e le reti fognarie (20 mln). «La mia azione - dice il generale che ha combattuto Cosa Nostra e le Br - è stata dettata da correttezza, efficienza ed economicità. Basti pensare che il complesso depurativo di Solofra e Mercato San Severino, prima del mio arrivo, perdeva circa 500mila euro al mese. Oggi è stato riportato finalmente in pareggio». Un’unica raccomandazione dal generale di ferro, che per sei anni, senza intascare un soldo dallo Stato, ha vissuto da recluta nella caserma Ogaden di Napoli: «Io andrò via, ma reputo necessario che, nel passaggio alla gestione ordinaria, il mio staff continui a lavorare almeno un anno o poco più. Il rischio, altrimenti, è che vadano disperse competenze importanti formate sul campo». Anche perché c'è da gestire ancora la fase ad orologeria del collegamento tra rete fognaria, collettori e depuratori prima che nel fiume entrerà finalmente acqua bianca. «Oggi non è ancora così - spiega il commissario - e, in estate, dal fiume si levano ancora cattivi odori, specialmente a Scafati, che provengono dagli scarichi civili. I quali rappresentano la principale fonte di contaminazione delle acque, mentre quelli industriali sono oramai sotto controllo». Tra gli interventi in scaletta, il dragaggio del Sarno e dei suoi affluenti Bottaro, Fienga e Cavaiola. Un lavoro cominciato quattro anni fa nel canale Marna: in quel corso d’acqua furono ritrovate carogne di animali e carcasse d’auto degli anni Sessanta. Ora bisogna andare oltre. Serve un intervento per contenere il rischio di esondazioni, scongiurando tragedie come quella che travolse Quindici e Sarno nel ’98. «Si tratta di rimuovere 2,5 milioni di tonnellate di sedimenti, per i quali sono stati individuati e allestiti i siti di stoccaggio a San Giuseppe Vesuviano, Nocera Superiore, Scafati e Sant’Antonio Abate», aggiunge Jucci. Il generalissimo è pronto a lasciare Napoli. Tornerà presto dalla sua famiglia a Roma. E già pensa al suo nuovo impegno: un libro sulla recente storia d'Italia, dagli anni di piombo agli arresti eccellenti della malavita, per rimettere insieme i capitoli di una vita spesa al servizio dello Stato.