Rifiuti, una tregua in attesa della nuova legge
Rimangono i presidi agli impianti per lo smaltimento dei rifiuti ma le sigle sindacali (e sono ben undici) che hanno dichiarato lo stato di agitazione firmano una tregua e revocano ogni azione di protesta. È il giorno dopo gli scontri di piazza Cavour, la Provincia convoca i sindacati ma alla fine escono tutti «soddisfatti»: per il momento non si può completare il piano industriale del nuovo consorzio dei rifiuti perchè il decreto legge del Governo che trasferisce funzioni e compiti alle Province non è stato ancora convertito in legge. L’annuncio dell’assessore provinciale all’ambiente Romano fa tirare il primo sospiro di sollievo per il futuro occupazionale. Ma soprattutto c’è l’annuncio che il presidente Cirielli ha autorizzato i consorzi di bacino salernitani (1, 2, 3 e 4) a chiedere l’anticipazione di cassa al tesoriere per garantire gli stipendi per tutto il 2010. Ieri sera al confronto con i sindacati l’assessore provinciale all’Ambiente ha spiegato che se non si converte in legge il decreto non si avrà un assetto definitivo del ciclo di gestione dei rifiuti. E i sindacati, quelli di base, i più duri, annunciano solo presidi anche negli impianti a Salerno e nel resto della regione (infatti si annunciano esuberi nel passaggio ai consorzi unici a Napoli e Caserta). Ma se si bloccano gli impianti regionali, a Salerno saranno guai non essendoci discariche aperte in provincia ed essendo esaurita quella di Basso dell’Olmo. Oggi a Roma in un incontro all’ex commissariato di governo per l’emergenza rifiuti, potrebbero esserci indicazioni sulle modifiche al decreto (magari evitando conflitti con le indicazioni contenute nella finanziaria della Regione che lascia ai consorzi preesistenti tutte le competenze). Dalla riunione esce comunque un «impegno politico» sul mantenimento dei livelli occupazionali (oltre 1500 i dipendenti di tutti i consorzi esistenti). Severo il rappresentante del sindacato Azzurro, Guidotti: «Anche l’assessore ha ammesso di aver ricevuto dai consorzi contenitori vuoti e quindi incapaci di produrre reddito». Piano industriale e stipendi sono le due facce del progetto che Romano esibisce all’incontro. Se l’assessore non è in grado di fornire una ricetta definitiva per la gestione del ciclo rifiuti e la riscossione della Tarsu, mancando un quadro normativo certo, pacifica gli animi assicurando gli stipendi e mantenendo i livelli occupazionali. Costituita la società, insomma, bisogna deciderne il contenuto. «Siamo sereni sul tema della puntualità dei pagamenti e del mantenimento dei livelli occupazionali», dice Franco Tavella, segretario provinciale della Cgil. Che poi fa un passo indietro a lunedì: «Non siamo abituati alle cariche della polizia e agli scontri con feriti. Non era mai successo da quindici anni in città. La tensione che non aiuta nessuno: le istituzioni, le forze di polizia e i lavoratori». Ancora un centinaio di persone fino a ieri sera erano al sit in alla Provincia. Ma ieri piazza Cavour non si è trasformata in teatro di scontri con le forze dell’ordine. Sotto il presidio stretto dei celerini, ieri pomeriggio sono sfilate le delegazioni di ben undici sigle sindacali convocate all’incontro con l’assessore Romano e l’assessore al Lavoro Anna Ferrazzano. Il piano industriale che verrà pone anche molti interrogativi e i sindacati sono pronti a dare battaglia. «Romano ha riconosciuto che i commissari liquidatori non hanno potere. Un piano che non abbiamo avuto modo di discutere - dice Vincenzo Guidotti, del sindacato azzurro - e poi perchè i riferimenti di legge non sono ancora stati definiti: non c’è la conversione in legge del decreto rifiuti e anche la finanziaria regionale non è stata pubblicata». Per Tavella è invece necessario chiarire che al primo posto sono i lavoratori: «I pagamenti degli stipendi sono al centro di questa vertenza. Speriamo che lo scontro politico e le velleità elettorali non prevalgano nella gestione futura di questa delicata vicenda».