Veleni nel cantiere: ecco i sigilli
Torre Annunziata. Il parco commerciale completo di giardini, bar e ristoranti stava sorgendo sopra una massa di rifiuti d'ogni genere. Nel sottosuolo di via Andolfi persino la falda acquifera è risultata compromessa dalla presenza di metalli pesanti come idrocarburi totali, manganese, tallio e triclorometano. Nell'area, alcuni anni fa c'erano gli stabilimenti dell'ex Aquila prefabbricati e l'ex Imec - due industrie che producevano strutture in ferro e muratura - di cui sarebbero stati recuperati i capannoni. Tuttavia sul posto erano rimasti circa 10mila e 500 metri cubi di rifiuti provenienti dall'attività di demolizione. Quelli che sono stati sequestrati dagli agenti del distaccamento sorrentino della polizia provinciale - agli ordini del dirigente Giovanni Miele - insieme con l'intero cantiere edile dell'ampiezza di 51mila metri quadri. I poliziotti specializzati nella repressione dei reati ambientali hanno anche denunciato all'autorità giudiziaria l'amministratore unico della società Oplonti s.r.l., proprietaria dell'area. D. D. è accusato di deposito incontrollato di rifiuti e di mancato intervento di messa in sicurezza e di bonifica previsto dalla legge. Il sequestro è stato valutato positivamente dal presidente della Provincia Luigi Cesaro e dall'assessore provinciale alla Legalità e sicurezza Franco Malvano. Le indagini, cominciate la scorsa estate, hanno accertato che la stessa società proprietaria aveva intrapreso i lavori di costruzione del centro commerciale nonostante non avesse ricevuto alcun atto di svincolo dell'area da parte del ministero dell'Ambiente competente per la procedura di bonifica per i siti d'interesse nazionale. La zona, in cui entro la fine del 2010 sarebbe stato completato il parco commerciale Oplonti, è sottoposta, infatti, a particolari vincoli paesaggistico-ambientali, archeologici e sismici. «Non abbiamo ancora avuto alcuna comunicazione ufficiale dell'azione della polizia provinciale - spiega il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita - ma posso affermare che la Oplonti è attualmente in regola con il nostro ente. Le presunte inadempienze sono da considerarsi compiute esclusivamente nei confronti del ministero competente sul risanamento del sito».