Respinta la nuova richiesta di arresto nei confronti del sottosegretario e altri 5 indagati fra cui Facchi

Il gip: ipotesi corruzione infondata per Cosentino la Procura verso il ricorso

13 gennaio 2010 - d.d.p.
Fonte: Repubblica Napoli

IL DEPUTATO di Forza Italia Nicola Cosentino aveva garantito una «superprotezione politica» ed era »fortemente interessato» all'operazione finalizzata ad autorizzare la realizzazione della discarica di Lo Uttaro. Ma nell'ordinanza con la quale ha respinto una nuova richiesta di custodia nei confronti del sottosegretario all'Economia oltre che di altri cinque indagati, il giudice RaffaelePiccirillononaccogliela ricostruzione della Procura che aveva configurato un'ipotesi di concorso in corruzione nella complessavicendamaturatanel 2002 in uno dei nodi pi controversi della vicenda rifiuti. Il gip ha unicamente posto agli arresti domiciliari l'imprenditore Cipriano Chianese, titolare della Resit, accusato di estorsione, sia pure con esclusione dell'aggravante del metodo mafloso, ai danni dell'ex subcommissario Giulio Facchi.
I pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita dovranno ora valutare la possibilità di impugnare davanti al Tribunale del Riesame ilrigetto del gip. La Procura avevaritenuto il sottosegretario all'Economia il «mandante» dell'azione dell'allora presidente del consorzio Impregeco, Giuseppe Valente volta ad ottenere da Facchi, in qualità di subcommissario, l'ordinanza con la quale si dava il via libera al progetto Lo Uttaro. Secondo gli inquirenti Facchi si sarebbe «posto "a disposzione" » di Valente Cosentino e anche dell'imprenditore Sergio Orsi, titolare della società mista Eco4, accettando il rilascio delle autorizzazioni ritenute illegittime in cambio di una retribuzione individuata dai pm nel riconoscimento da parte di Impregeco dei crediti vantati dalla Resit di Chianese, a loro volta ritenuti indebiti perché fondati su una serie di presunte frodi. Un quadro investigativo giudicato per «non convincente» dal gip Piccirillo, lo stesso magistrato che aveva invece emesso l'ordinanza cautelare nei confronti di Cosentino (ma bocciata dalla Camera) per il reato di concorso in associazione camorristica. Il gip ha infatti rigettato la richiesta d'arresto che era stata presentata nei confronti, oltre che di Cosentino, anche di Facchi, Valente, Orsi, dell'ingegnere Bruno Orrico e dell'architetto Claudio De Biasio. Sul riconoscimento del debito della Resit, il giudice ricorda innanzitutto che i pagamenti ordinati da Facchi a favore di Chianese appaiono come il risultato delle intimidazioni poste in essere ai danni dell'ex subcommissario dall'imprenditore e non esclude che Facchi possa aver agito con l'obiettivo di assicurare lo smaltimento dei rifiuti durante l'estate 2002, segnata dalle minacce di Chianese di interrompere il servizio.
Allo stesso modo, rileva il giudice, non è provato che Cosentino, Orsi e Orrico, pur interessati all'operazione Lo Uttaro, fossero a conoscenza dell'accordo sul pagamento dei crediti Resit e della sua, allo stato solo presunta, natura illecita. Severe invece le considerazioni del gip su Chianese, indicato come persona »dal profilo allarmante» e »vero e proprio inventore del sistema ecomafie» in Campania. Secondo quanto riferito dal pentito del dan dei Casalesi Giovanni Mola, Chianese avrebbe continuato a svolgere attività di traffico illecito dei rifiuti anche quando, fra il 2007 e il 2008, le discariche erano sotto sequestro.

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