La nuova vicenda giudiziaria che vede indagato il sottosegretario all'Economia del Governo Berlusconi

Rifiuti, Cosentino accusato dai pm di corruzione

Il gip Raffaele Piccirillo ha respinto la richiesta di arresto avanzata dai magistrati della procura di Laura Nazzari
13 gennaio 2010 - Laura Nazzari
Fonte: Cronache di Napoli

NAPOLI - Mandante e determinatore di una presunta azione corruttiva compiuta da Giuseppe Valente, titolare del consorzio Impregeco attivo nel settore dello smaltimento di rifiuti in Campania.
E' questa la nuova accusa contestata dai pubblici ministeri antimafia Alessandro Milita e Giuseppe Narducci al sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, già indagato nell'ambito di un altro procedimento per concorso esterno in associazione di stampo mafioso per presunte collusioni con la camorra casalese. Il titolo di reato ipotizzato dalla magistratura è quello di corruzione aggravato dall'articolo sette della legge antimafia del 1991 per aver agito al fine di agevolare la criminalità organizzata casertana, ed è per questa accusa che i pubblici ministeri aveyano chiesto l'emissione di una ordinanza di custodia in carcere a carico del parlamentare. Il giudice per le indagini preliminari Raffaele Piccirillo del tribunale ha per respinto la richiesta ritenendo non convincente la costruzione accusatoria , costruzione liquidata dal giudice in una decina di pagine conclusive del provvedimento con il quale sono stati invece disposti i domiciliari per l'imprenditore di Giugliano Cipriano Chianese sospettato di aver estorto, tra il 2001 ed il 2003, al Commissariato per l'emergenza rifiuti, 37 milioni di euro per il funzionamento delle discariche gestite dalla società Resit di cui era il titolare. Nicola Cosentino è chiamato in causa dai magistrati per un unico episodio di corruzione in concorso con Giuseppe Valente (presidente del con- sorzio CE4 e dell'Impregeco), ritenuto l'istigatore, nonché con Giulio Facchi, ex subcommissario all'emergenza rifiuti in Campania, Sergio Orsi, amministratore di fatto della società mista Eco4 (al centro di diverse inchieste sul dan dei Casalesi), che avrebbe tratto profitto dalla presunta azione corruttiva, e con altri due indagati (Claudio De Biasio e Bruno Orrico), indicati come "agevolatori". Secondo la prospettazione accusatoria, Facchi si sarebbe messo "a disposizione" di Valente, Cosentino e Orsi, accettando di essere "retribuito" da Valente "mediante la promessa - poi adempiuta - di riconoscere i debiti del consorzio Impregeco nei confronti della Resit di Chianese (titolare di discariche)", debiti in realtà del tutto inesistenti "perché formati attraverso le false fatturazioni ed a seguito del rilascio di autorizzazioni ideologicamente false, frutto di condotte criminali realizzate da Cipriano Chianese in concorso con il Facchi" . Facchi, dal canto suo, si sarebbe impegnato a favorire Valente (ritenuto vicino al parlamentare del Pdl), autorizzando, tra l'altro, il progetto esecutivo per la riqualificazione ambientale della cava in località Torrione-Lo Uttaro. L'impostazione dei pm non è stata tuttavia condivisa dal giudice per le indagini preliminari che ha respinto la richiesta di misura cautelare che "ha ritenuto non convincente la costruzione accusatoria". Con particolare riferimento alla posizione di Valente e Cosentino in questa vicenda il gip scrive: "E' conclamata dalle intercettazioni il forte interesse dei tre indagati perché fosse autorizzata la realizzazione della discarica Lo Ettaro. Le cap tazioni documentano la superprotezione politica garantita all operazione dall'onorevole Cosentino" , protezione che sarebbe suffragata anche dalle dichiarazioni rese da Valente in tre diversi interrogatori del febbraio del 2009 (6-7 e 23 febbraio). "Per nessuno dei tre indagati - conclude il gip -è provata per che fossero consapevoli dell'accordo relativo al pagamento di Impregeco (o al riconoscimento del debito) nei confronti di Chianese; né che questi fossero consapevoli del carattere parzialmente fraudolento delle richieste di costui".

Powered by PhPeace 2.6.4