Decreto, l’Anci resta in trincea: «Modifiche insufficienti»

Il leader regionale Daniele: "No a compromessi, la Tarsu non sia sottratta ai Comuni"
19 gennaio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Non convincono l’Anci le modifiche proposte dalla maggioranza al decreto 195, quello che sancisce la chiusura dell’emergenza in Campania. «Si parla di un periodo di transizione nel quale i Comuni dovrebbero continuare a riscuotere la Tarsu che poi dovrebbe passare alle Province – sostiene Nino Daniele, presidente dell’Anci Campania – ma noi giudichiamo insoddisfacenti dei provvedimenti transitori. La riscossione delle tasse odelle tariffe e la competenza nella raccolta e nei trasporti dei rifiutideve restare ai Comuni». No, quindi, al cosiddetto periodo ponte proposto dai parlamentari del centrodestra che hanno già presentato una serie di emendamenti in commissione ambiente dove si discuterà il decreto. A loro parere i Comuni dovrebbero per un tempo tra i sei e i dodici mesi riscuotere i soldi dai cittadini, provvedere allo spazzamento, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti e pagare le società provinciali, che gestiranno gli impianti, per lo smaltimento. Intanto dovrebbero trasferire alle Province le anagrafi tributarie. Tra un anno, infatti, dovrebbero essere queste amministrazioni a organizzare l’intero ciclo sulla base dei cosiddetti Ato. Ma l’Anci non ci sta e invia al presidente della commissione ambiente una serie di proposte di emendamenti. Per l’associazione l’articolo 4 dovrebbe essere modificato e la definizione dei costi di smaltimento dovrebbe essere fatta d’intesa con i rappresentanti degli enti locali. L’articolo 11 dovrebbe prevedere che i Comuni restino responsabili della raccolta e riscuotano la Tarsu. L’articolo 12 dovrebbe stabilire che lo Stato riscuota i crediti arretrati non atraverso il minor trasferimento dell’Irpef e della Rc auto, ma prioritariamente sui soldi che dovrebbero compensare il minor gettito Ici. Ma questi non sono mai arrivati: in sostanza i Comuni propongono di sottrarre quel che devono allo Stato da quel che dovrebbero a loro volta incassare. E l’assessore al Comune di Napoli, Paolo Giacomelli spiega: «È giusto che anche in Campania, come prevede la legge nazionale 152, quello che regola lamateria ambientale, si avvii la costituzione degli ambiti territorialiottimali ma i Comuni devono rimanere responsabili del decoro, della raccolta e del trasporto e quindi devono riscuotere la Tarsu». Il punto centrale resta, dunque, la riscossione delle tasse: il Comune di Napoli incassa il 70 per cento del dovuto. Del restante 30 per cento, il 15 è costituito dai morosi, il 10 dai nullatenenti e il 5 dagli edifici pubblici, a partire dalle scuole per finire con gli ospedali.

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