Scioperano gli addetti dei consorzi, raccolta a rischio

Per 48 ore si fermano gli autonomi impiegati nelle discariche regionali
Possibili effetti negativi sul servizio
18 gennaio 2010 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

Via a allo sciopero degli aderenti ai sindacati autonomi dei consorzi di bacino. Le organizzazioni sindacali Slai Cobas, Fesica Sindacato Azzurro, Rdb, Cesil, Uap e Fesica in una nota hanno ribadito la protesta di 48 ore iniziata ieri a mezzanotte. Oggi i lavoratori manifesteranno davanti alle sedi delle cinque Province campane e martedì a Roma in piazza Montecitorio. Protestano contro le norme del decreto 195 che,a loro parere, non offre alcuna certezza occupazionale per i dipendenti. Difficile valutare l’impatto sui servizi che potrebbe farsi sentire soprattutto in quei comuni dove il ciclo è affidato interamente ai consorzi. Intanto venerdì i lavoratori degli impianti di tritovagliatura e imballaggio di Tufino e Giugliano hanno firmato l’accordo con l’Asia ottenendo il contratto a tempo indeterminato di Federambiente: in un primo momento l’azienda aveva proposto un’assunzione temporanea in attesa della conversione del decreto. I cosiddetti Stir, dunque, dovrebbero continuare a funzionare. Secondo Vincenzo Guidotti, portavoce dei sindacati in sciopero i dipendenti dei consorzi erano inizialmente 2400 e sono poi lievitati fino ad ottomila. Dovevano occuparsi della raccolta differenziata, poi le cose cambiarono: «Dopo avere lavorato alacremente i primi quattro anni - sostiene Guidotti - i dipendenti si videro sottrarre le attività dai sindaci che pur facendo parte dei consorzi facevano concorrenza agli stessi creando proprie società, con ulteriori assunzioni clientelari di soggetti molto spesso legati all’ecomafia». Di qui, è la tesi degli autonomi, le attuali difficoltà che, a loro parere non possono ricadere sui lavoratori.Il decreto 195 prevede che i dirigenti del consorzio unico di Napoli e Caserta definiscano gli organici in base al piano industriale che dovrebbe essere reso pubblico proprio lunedì. Il personale eventualmente in esubero entrerebbe in una lista di mobilità e rischierebbe di tornare a casa nell’arco di due anni. In una prima versione del provvedimento, invece, era prevista una deroga al patto di stabilità che avrebbe permesso il graduale assorbimento da parte degli enti locali. Erano stati calcolati nei mesi scorsi 551 unità. Ma gli attuali dirigenti del cosiddetto consorzione sperano di poter ridurre il numero degli esclusi: se i servizi fossero forniti su base provinciale i lavoratori potrebbero essere impegati anche al di fuori dei Comuni che del consorzio hanno fatto parte. Perciò annunciano di voler fermare gli impianti di Maruzzella, Ferrandelle, Macchia Soprana,Sardone, Casalduni, Terzigno, Chiaiano. I sindacati annunciano anche di voler bloccare la raccolta differenziata. Oggi i manifestanti, alle 10, si concentreranno in un presidio dinanzi alle sedi delle rispettive Province per presentare un documento di protesta. A Napoli si sono dati appuntamento in piazza Matteotti. Per la giornata di domani, invece, è prevista una manifestazione a Roma. Il corteo di pullman dalla Campania partità alle 6,30 del mattino. Obiettivo: essere ricevuti «da un rappresentante del governo».

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