Modifiche al progetto dell’impianto di Acerra L’assessore: terreni inquinati bisogna ridurre la portata

Dietrofront della Regione: inceneritore dimezzato

Ganapini: troppo invasivo. Una maxxidiscarica a Vallata
17 aprile 2008 - Chiara Graziani
Fonte: Il Mattino

Due canovacci per l’emergenza rifiuti. Uno quello presentato ieri sera dall’assessore Walter Ganapini alla giunta, che ha i suoi pilastri nella raccolta differenziata nonché nell’inceneritore di Acerra versione light (solo 300mila tonnellate l’anno); il secondo quello del nuovo governo che, a prescindere da chi, alla fine, dovrà interpretarlo per conto dell’esecutivo Berlusconi, ha al centro una parola marginale nell’interpretazione della Regione: megadiscariche. Una grande discarica, in particolare, oltre a due più piccole e provinciali, fra quelle già previste dal decreto Prodi, Savignano e Sant’Arcangelo. Due filosofie diverse, come chiaramente è emerso ieri sera tardi in giunta dall’esposizione di Ganapini, il milanese approdato a Napoli per mettere la sua faccia di ambientalista ed esperto in un piano rifiuti che ci eviti la condanna dell’Unione europea: l’assessore segue la via dell’alleggerimento della produzione e della concertazione (tanto che il piano sarà approvato dalla giunta solo il 28 aprile, per dar tempo alle osservazioni).
Il futuro esecutivo preferirebbe la via della cura da cavallo. E non è previsto che il cavallo possa dire di no. Fra i siti che fanno parte del canovaccio romano, nonché valutato e corteggiato da almeno due commissari all’emergenza, quello di Vallata, Avellino. Un invaso sterminato, argilloso, in area non abitata e piana. L’incarto su Vallata è transitato per le sedi delle ultime tre gestioni commissariali. Appetibile per una capienza potenziale da milioni di tonnelllate, motivi vari - tra l’altro una fortissima resistenza popolare - ne avevano sconsigliato l’utilizzazione. Ora il sito è di nuovo «attenzionato». Stamane a palazzo santa Lucia Ganapini illustra alla stampa le linee di un piano regionale scritto dopo un tour per le cinque province campane durante il quale, come si dice a Milano, ha consultato tutti gli stakeholders. Che significa ascoltare tutti quelli che hanno interesse in qualcosa, nel caso alla gestione del ciclo dei rifiuti. Quel che è emerso consente di ricostruire il Ganapini-pensiero. Punto primo, l’assessore pensa che il termovalorizzatore di Acerra sia troppo «pesante», un colosso in un territorio già inquinato e che, secondo Ganapini, dovrebbe essere analizzato a fondo per comprendere la portata del problema ambientale (che per molti è un vero disastro): quindi occorrerebbe dimezzarne la portata che è di seicentomila tonnellate l’anno. Una buona raccolta differenziata - Ganapini ha già detto che un obiettivo realistico sarebbe il 20% in un anno - consentirebbe di avviare al riciclo, per cominciare, 1300 tonnellate al giorno fra carta, vetro e metalli. Resterebbero da gestire seimila tonnellate di rifiuti al giorno (stante la produzione giornaliera a circa settemila). E qui entrerebbero in gioco i sette impianti Cdr, da rimettere a norma o anche da trasformare in parte con linee di compostaggio affiancate (il compostaggio serve a trasformare il cosiddetto umido, scarti alimentari in genere, in concime). Da qui uscirebbe concime e nonchè vero combustibile da rifiuto per i due termovalorizzatori più a portata di mano nel tempo: Acerra e Salerno, affidato quest’ultimo al sindaco De Luca che ha promesso tempi fulminei. Il resto, vagliato, potrebbe essere destinato all’incenerimento in cementerie come già spiegato da Ganapini. In quanto al compostaggio, 30 comuni sono già in fila per un impianto autonomo. Il nodo dolente si chiama consorzi di bacino. Andranno sciolti, come già aveva annunciato il governo Prodi. Molti hanno mancato l’obiettivo della differenziata, a dispetto di circa 4mila dipendenti. Le Province dovrebbero costituire otto società a prevalente capitale pubblico per sostituirli. Il problema occupazionale non sarà di facilissima soluzione.

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