Arzano, rottami tossici smaltiti in Friuli scoperta la truffa delle demolizioni
Coinvolta la Cartofer
Tutto gratis, chiavi in mano. Anzi: certificato di demolizione pronto a chi chiamava i maghi del «paccotto», quello del martellante spot «cicciotto Cartofer» passato per anni sulle emittenti locali. Operazione del Noe, venti indagati: in cella Giovanni del Prete, presunto organizzatore di una rete di società - legate alla interdetta Cartofer di Arzano - specializzate nello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Associazione per delinquere, traffico illecito, falso. In cella anche Mattia, Pasquale, Michele, Mariano, Giuseppe Del Prete, e l’ingegnere Delio Maselli, tecnico di riferimento della famiglia, intercettato al telefono mentre si sforza di stabilire contatti con gli uffici della Prefettura, in attesa di ottenere concessioni revocate negli anni. Ai domiciliari, invece, Alessandro Di Pietro, rappresentante legale di una delle società collegate agli interessi dei fratelli Del Prete. Un network societario - attorno alla Cartofer, anche la Del Fran, la Ecologia, la Del.Eco, la Ecocar - in grado movimentare in due anni (2006-07) qualcosa come 68mila tonnellate, per un giro d’affari di 12milioni di euro. Da Sud a Nord. Storia di ordinaria devastazione del territorio, che il procuratore Giovandomenico Lepore sintetizza così: «Finita l’emergenza, resta l’illegalità». Ma a leggere l’inchiesta del pool Ecologia dell’aggiunto Aldo de Chiara, condotta dal pm Federico Bisceglia, emerge un traffico specializzato di rifiuti pressati e compattati che finiva in alcuni stabilimenti del nord Italia: «Una inversione di tendenza - ha spiegato il maggiore Giovanni Caturano del Noe - rispetto alle rotte classiche». Tumori e leucemie. Prelevate gratis dagli automobilisti, migliaia di vetture venivano rottamate e trasferite in impianti per il riciclaggio del materiale ferroso, situati in alcune città del nord Italia senza che dagli autoveicoli venissero eliminati materiali pericolosi. In tal modo i prodotti fuoriusciti dagli impianti di riciclaggio risultavano inquinanti, aumentando il rischio di tumori e leucemie. Attraverso la falsificazione di certificati veniva favorito il traffico illecito. «Mi fai ammazzare la gente». C’è chi si preoccupa, nella presunta catena di montaggio illegale messa in piedi dalla Cartofer, tanto che un imprenditore che si rivolge a Giovanni Del Prete, si lascia andare a un rimorso estemporaneo: «Così mi fai ammazzare la gente». Ingombranti, cisterne, acciaio. Tutto finiva compattato, ed è questo l’imbroglio. Stando alle concessioni regionali, infatti, per rottamare un’auto occorre una attenta (e costosa) bonifica: la batteria, i fili elettrici, i copertoni vanno differenziati e smaltiti con codici e procedimenti ad hoc. Dai filmati dei carabinieri del Noe, invece, tutto si semplificava sotto la morsa: due auto compattate senza bonifica, formavano un cubo da spedire a San Giorgio di Nogaro, stessa fine per altri rifiuti «ingombranti» e «pericolosi». C’è un’intercettazione in cui si chiede a uno dei personaggi coinvolti di andare a smaltire le «cisterne di san Giovanni a Teduccio». Il traffico di pezzi di ricambio. Sotto la morsa finiva di tutto. Bombole gas, rottami industriali, pezzi di strutture siedurgichen in disuso. Le telecamere piazzate per mesi all’esterno degli stabilimenti presi di mira dagli inquirenti, hanno anche registrato un filmato di persone che acquistavano pezzi di ricambio delle auto che venivano rottamate. Obblighi di dimora. Misure meno afflittive per Angelo, Mario e Andrea Nuzzo, Salvatore Tullio, Salvatore Palmiero, Mario Gagliardi. Ai domiciliari, oltre all’avvocato Di Pietro, anche Giovanni Capone e Massimo Tortora.