La gestione in house

13 gennaio 2010 - Stefano Sorvino
Fonte: Il Mattino Avellino

La gestione pubblicistica totalitaria, per essere legittima, deve essere necessariamente ancorata a una motivata e peculiare valutazione ambientale, economica, sociale e geomorfologica del contesto territoriale di riferimento, che eccezionalmente non consente un efficace ed utile ricorso al mercato. Inoltre, in via generale, l’affidamento «in house» viene assoggettato sia a una rigorosa valutazione da parte dell’ente locale titolare del servizio, che al vaglio preventivo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sotto il profilo giuridico-economico. Per questi aspetti la scelta sinora adottata dall’amministrazione provinciale, ancorché ragionevolmente e seriamente motivata, si pone comunque in discutibile controtendenza rispetto agli indirizzi normativi recentemente consolidati. A ciò si aggiungono le ulteriori perplessità determinate dalla recente sentenza della Corte Costituzionale del 30-11-2009, che ha abrogato per illegittimità costituzionale alcune disposizioni della legge regionale 4 del 2008 in materia di rifiuti, ponendo serie lacune di disciplina normativa, come evidenziato dall’interessante intervento di Guido Vegliante su «Il Mattino» del 31 dicembre scorso. È pertanto probabile che le amministrazioni provinciali dovranno valutare modifiche correttive nell’attuazione degli indirizzi intrapresi, pur nel necessario sforzo di costruire un sistema di gestione corretto e garantista in un settore così complesso e delicato, che cerca oggi faticosamente di uscire da una emergenza pluriennale per approdare ad un migliore e più efficace assetto ordinario. Analoga problematica relativa alla legittimità di un eventuale affidamento «in house» potrebbe manifestarsi, sia pure con caratteristiche e forme diverse, all’atto del conferimento della gestione del servizio idrico integrato da parte dell’Ambito territoriale ottimale.

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