Continua la battaglia sul decreto

Rifiuti, i sindaci da Beriolaso: non ignorateci

L'Anci Campania a Roma: "Dividere i compiti tra Comuni e Province"
13 gennaio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Mentre il decreto 195, quello che segna la fine dell’emergenza rifiuti, arriva in Senato, i tecnici del sottosegretario incontrano i rappresentanti dell’Anci che sono alla guida del movimento di protesta contro il decreto. Ieri a Roma il presidente dell’Anci Campania, Nino Daniele, il portavoce dei sindaci della provincia di Napoli, Enzo Cuomo, e il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, hanno illustrato le proposte di modifica approvate ieri dall’assemblea dei primi cittadini. «Ora il nodo è politico – spiega Daniele – nei prossimi giorni sono stato chiamato a intervenire in assemblee provinciali dei primi cittadini: il nostro è un movimento che non può più essere ignorato». E ieri è iniziato in commissione Ambiente al Senato l’iter per la conversione in legge del decreto 195. All’avvio dei lavori era presente anche Guido Bertolaso. La commissioneAffari costituzionali ha avanzato la richiesta di poter esaminare il provvedimento congiuntamente con quella Ambiente. I sindaci propongono una divisione dei compiti tra Comuni e Province: ai primi andrebbero la raccolta e lo spazzamento e alle seconde la gestione degli impianti. La Tarsu dovrebbe poi essere riscossa dai Comuni che dovrebbero versare i soldi per lo smaltimento alle Province: in caso di mancato pagamento le amministrazioni potrebbero essere commissariate. In sostanza uno schema assai simile a quello attuale. Il decreto prevede, invece, una concentrazione dei poteri nelle società provinciali che dovrebbero gestiore l’intero ciclo. Novità anche sul fronte dei consorzi di bacino: i sindacati autonomi hanno indetto 48 ore di sciopero per lunedì e martedì. Il decreto 195 prevede che i dirigenti del consorzio unico di Napoli e Caserta definiscano gli organici in base al piano industriale che dovrebbe essere reso pubblico proprio lunedì. Il personale eventualmente in esubero entrerebbe in una lista di mobilità e rischierebbe di tornare a casa nell’arco di due anni. In una prima versione del provvedimento, invece, era prevista una deroga al patto di stabilità che avrebbe permesso il graduale assorbimento da parte degli enti locali. Gli erano stati calcolati nei mesi scorsi 551 unità. Ma gli attuali dirigenti del cosiddetto consorzione sperano di poter ridurre il numero degli esclusi: se i servizi fossero forniti su base provinciale i lavoratori potrebbero essere impegati anche al di fuori dei Comuni che del consorzio hanno fatto parte. Un’ipotesi tutta da verificare, visto che le società provinciali dovranno essere finanziate con i proventi della Tarsu che difficilmente saranno sufficienti a pagare gli stipendi dei 2.392 lavoratori in organico. I dipendenti, dunque, si sono mobilitati: lunedì chiederanno di essere ricevuti dagli amministratori delle cinque Province: sono previsti presidi davanti a tutte le sedi. Il giorno successivo, invece, i lavoratori dovrebbero trasferirsi a Roma per chiedere al governo di modificare il decreto. All’iniziativa non parteciperanno i confederali. Ieri c’è stato l’ennesimo incontro presso la sede della Provincia di Caserta che si è concluso con un nulla di fatto.

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