Acqua, rete colabrodo: attacco alla Regione

La società che gestisce la distribuzione dalla parte degli utenti: «Subito un tavolo tecnico»
12 gennaio 2010 - Rosa Palomba
Fonte: Il Mattino

Un incubo. E ormai anche un temibile refrain: Dn 1300. La condotta più nota dell’acquedotto campano; la causa di interi giorni con i rubinetti a secco; pesanti disagi per migliaia di cittadini; riserve idriche poi gettate via a ogni allarme e a ogni falso allarme. Quattro chilometri di tubo da vent’anni al centro di un’emergenza acqua che ha causato proteste, danni gravissimi ai contadini, lunghe estati tra siccità e autobotti; costi altissimi tra improbabili interventi di riparazione e ditte chiamate al lavoro con «somma urgenza». Il guasto? Puntuale lungo i quattro chilometri della condotta Dn 1300, nel sottosuolo dei Comuni costieri vesuviani. L’ultimo black out idrico il 24 dicembre. Al fianco dei cittadini esasperati, anche i pubblici amministratori delle città coinvolte dal disagio e la Gori. L’azienda che distribuisce l’acqua in oltre quattordici Comuni vesuviani e a più di 800mila residenti, ha chiesto alla Regione di convocare un tavolo tecnico per capire a che punto è la ristrutturazione dell’acquedotto del Sarno e lo stato delle condotte Dn1300, appunto, e Dn800: «Solo nel 2009 le interruzioni idriche sono state sedici». «Negli ultimi decenni il bilancio regionale non ha mai previsto una disponibilità finanziaria adeguata per la manutenzione ordinaria», dicono i coordinatori dell’assessorato di Walter Ganapini, Acque e Acquedotti, che avrebbe già avviato un cambio di rotta. Cento milioni di euro all’anno per gestire la rete dirica campana, ma secondo tecnici e politici, la disponibilità reale per garantire il servizio è sempre stata più o meno della metà. «È inevitabile - aggiungono i tecnici - che guasti e cedimenti strutturali siano sempre più frequenti». Ma qual è il costo di migliaia di riparazioni? «Altissimo - ammettono alla Regione - e in più, i nostri 26 impianti sono tutti affidati ad altrettante ditte esterne. Per questo, tra le soluzioni ne abbiamo individuato almeno due. È già partita la procedura per affidare tutti gli interventi solo a due ditte specializzate che otterrano l’incarico attraverso due gare d’appalto di 14 e 16 milioni di euro, con importi di questo valore è quindi ovvio che possono parteciparvi solo imprese specializzate». L’altra soluzione per agevolare servizio e utenti, è legata al finanziamento da 160 milioni di euro per interventi strutturali alle condotte, risanare l’acquedotto Torano-Biferno, (Benevento e Avellinese); ripristinare il corretto funzionamento della dorsale che attinge acqua dal Lazio, distribuita da Gori in 78 Comuni vesuviani. Non mancano però le perplessità, neanche quelle dello stesso assessorato Acque e Acquedotti: per risanare la Dn1300 occorrono venti milioni di euro. «Stiamo valutando - dicono i tecnici - l’ipotesi di eliminarla e di utilizzare le due Dn800, per cui abbiamo già eseguito importanti lavori».

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