L’assessore: siamo a una svolta già cambiati i vertici del servizio
Acqua e rifiuti. Emergenze da alcuni decenni: «E adesso - dice l’assessore Walter Ganapini - per gestire le risorse idriche abbiamo finanche subito tagli di oltre 100 milioni di euro».
Assessore Ganapini, il più grande disagio della distribuzione idrica si chiama ancora Dn1300, la condotta da incubo.
«In questi ultimi mesi abbiamo sostituito il vertice che gestiva il ciclo integrato delle acque».
Può chiarire? I disagi sono causati dagli uomini?
«C’erano troppe ditte a intervenire per le emergenze, troppi interlocutori. Si perdevano tempo, punti di riferimento e soldi».
Quindi?
«Finora siamo riusciti a risparmiare 60 milioni di euro. Operazione inevitabile, dopo il taglio di 120 milioni sui 350 in dotazione»
Meno fondi meno interventi?
«Abbiamo rilevato la mancanza strutturale di manutenzione ordinaria. Accertato quindi di avere risorse limitate anche sul piano della qualità umana, nel senso che non tutti erano professionisti del settore, con 30mila euro abbiamo affidato a Enrico Rolle della Sapienza l’incarico di individuare le esigenze primarie per garantire un’erogazione puntuale e sicura anche sul fronte sanitario».
Quali sono gli interventi urgenti individuati dal professor Rolle?
«Eseguire opere definitive alle condotte e captare nuove fonti idriche».
Da un anno e mezzo all’assessorato Acque e Acquedotti della Regione: ha mai fatto il conto degli interventi e dei costi sostenuti per i continui rattoppi sulla condotta Dn1300 negli ultimi dieci anni, per esempio?
«Ne ho parlato con alcuni dei miei collaboratori: i punti di rottura sono più o meno sempre gli stessi. E anche le ditte incaricate di sanare i guasti».
Sempre con la procedura della somma urgenza e quindi senza gare d’appalto?
«Sempre»
Lei parla di un servizio che funzioni anche sul piano sanitario: ogni volta che c’è carenza idrica e si attinge ai pozzi sono necessarie deroghe sulla quantità del fluoro.
«In questi mesi è cambiato molto anche all’Arpac».
Ma senza le deroghe le risorse di riserva utilizzate in caso di guasti degli impianti principali non sarebbero utilizzabili.
«Stiamo rapidamente preparando la documentazione da portare in giunta per avviare lavori definitivi ed eliminare i frequenti equivoci»
E anche i pericoli per gli utenti?
«È chiaro che ormai è inevitabile avviare interventi strutturali agli impianti ed evitare l’uso dei pozzi. Non a caso, siamo sotto continua procedura d’infrazione: il 14 per cento di quelle assegnate da Bruxelles. In questo senso, l’Italia vale due Paesi e mezzo».