Discariche, il gip dice no all'arresto di Cosentino

Bonifiche a Giugliano, rigettata l’accusa di corruzione. Estorsione, domiciliari per Chianese (Resit)
12 gennaio 2010 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino Caserta

La merce di scambio era l’immondizia, l’arma del ricatto il cancello di una discarica: senza soldi si chiude, alla faccia dell’emergenza. Soldi. Soldi dovuti solo in parte, soldi conteggiati da uno solo dei contraenti, soldi che dovevano essere pagati con procedure rapide, ulteriore privilegio preteso e ottenuto da Cipriano Chianese, avvocato e signore dei rifiuti, l’uomo che alla fine degli anni Ottanta inventò il sistema delle ecomafie ospitando al suo tavolo i massoni toscani, i faccendieri liguri, i camorristi casalesi con relativo codazzo di politici rampanti e imprenditori double-face, come Gaetano Vassallo. È raccontato tutto nell’inchiesta-contenitore che parte dagli affari dell’avvocato e arriva fino al pentito Vassallo e al sottosegretario Cosentino. Con una coda che svela anche il giallo sulla doppia indagine a carico dell’uomo di governo, con nuova richiesta di arresto al seguito. Richiesta che era stata presentata oltre un anno fa e che è stata rigettata ieri. I carabinieri del Ros di Roma hanno, invece, notificato a Chianese un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, provvedimento restrittivo nel quale gli viene contestata l’accusa di estorsione in danno del Commissariato di governo per l’emergenza rifiuti, all’epoca dei fatti - tra il 2001 e il 2003 - rappresentato da Giulio Facchi. Nel procedimento l’ex sub-commissario, coinvolto nella veste di imputato in buona parte delle inchieste sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania, compare sostanzialmente (ma non formalmente) come parte offesa. Come vittima, cioè, dell’estorsione, il cui prezzo è stato pagato dal Commissariato. Con lui anche Giuseppe Valente, che era il presidente di Impregeco e poi del consorzio di bacino Ce 4. Cipriano Chianese, imputato in un altro procedimento collegato, è l’unico destinatario della misura cautelare firmata dal gip Raffaele Piccirillo, che ha solo parzialmente accolto la richiesta dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, gli stessi magistrati dell’inchiesta che ha coinvolto il sottosegretario Nicola Cosentino, stralcio di un più ampio contenitore che riguarda i rapporti tra politica, affari e camorra. Le richieste della Procura di Napoli erano molto più complesse e numerose e riguardavano, tra gli altri, proprio Cosentino. Lo stesso gip che ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione all’arresto del sottosegretario all’economia (autorizzazione negata) contestandogli l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica, ha ritenuto infondata invece l’ipotesi di accusa della Procura, rigettando le richieste di misura cautelare in carcere per Cosentino, Giulio Facchi, Giuseppe Valente, l’allora amministratore di Ecoquattro Sergio Orsi, i dirigenti della struttura commissariale Claudio De Biasio e Bruno Orrico, indagati di corruzione aggravata. Per quanto riguarda la posizione del sottosegretario, il giudice ha ritenuto insussistenti gli indizi di colpevolezza. L’ipotesi di corruzione, in concorso anomalo con Facchi e Valente, avrebbe riguardato il nulla osta al pagamento delle somme vantate da Chianese per l’attività di smaltimento dei rifiuti nelle discariche di Scafarea, a Giugliano, pur sapendo che si trattava di somme non dovute. Dei 37 milioni di euro richiesti, ne sono stati effettivamente pagati una ventina. Oggetto dell’inchiesta, approfondimento di quella che a gennaio del 2006 portò all’arresto di Chianese per concorso esterno in associazione mafiosa, è la gestione delle cave X e Z, discariche abusive di località Scafarea, a Giugliano, di proprietà della Resit (società di Chianese) e acquisite dal Commissariato di governo durante l’emergenza rifiuti del 2003.

È stato fissato per i prossimi giorni, tra sabato e lunedì, l’interrogatorio di Cipriano Chianese, l’imprenditore dei rifiuti, ex titolare della Resit e gestore di cinque discariche a Giugliano, arrestato ieri dai carabinieri del Ros con l’accusa di estorsione ai danni del Commissariato straordinario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania. Sarà assistito dall’avvocato Emilio Martino. Chianese, imputato di concorso esterno in associazione camorristica in un altro procedimento della Dda di Napoli, negli anni scorsi è stato destinatario di un provvedimento di confisca di beni: un patrimonio immobiliare valutato oltre cento milioni di euro. Intanto, entro questa settimana la Cassazione dovrebbe fissare la data per la trattazione del fascicolo Cosentino, ovvero la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare del gip Raffaele Piccirillo la cui esecuzione non è stata autorizzata dal Parlamento.

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