La rivolta dei sindaci: sarà disoebbedienza civile

«Il decreto farà aumentare la Tarsu». Linea dura del primo cittadino di Salerno, De Luca
12 gennaio 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Benevento

Sì al dialogo, ma riforme necessarie. Parte dal Maschio Angioino la battaglia dei sindaci campani contro il trasferimento della gestione dei rifiuti a società provinciali. L’opinione è pressoché unanime: inammissibile affidare a un unico soggetto la gestione del comparto rifiuti di un’intera provincia. Gli amministratori presentano l’esempio del napoletano e dei suoi tre milioni e passa di abitanti. Ma il principio non cambia per le altre province, da Salerno ad Avellino. Il decreto legge «sciagurato e irresponsabile» rappresenta - secondo i sindaci - un passo indietro nella gestione, che apre le porte a una nuova possibile emergenza. Il timore è quello di vanificare tutti gli sforzi fatti per raggiungere livelli ottimali di raccolta differenziata. La discussioneriguarda anche il trasferimento alle Province della riscossione della Tarsu («Deve essere limitato al caso di Comuni inadempienti»), all’affidamento della gestione dell’impiantistica, all’utilizzo dei lavoratori dei consorzi. Gli amministratori esprimono la contrarietà al decreto con toni più o meno pacati: così la Tarsu aumenterà, dicono. In molti avanzano precise richieste di modifiche al testo licenziato dal governo. Altri esprimono la propria posizione in maniera vibrante: qualcuno minaccia di consegnare la fascia di sindaco, qualcun altro grida che non passerà alle Province gli elenchi dei contribuenti. Al termine di una discussione accorata, l’assemblea convocata dall’Anci fa emergere la volontà di proseguire la via del dialogo con la struttura del sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso. Con un avvertimento: «Se il decreto legge non dovesse essere oggetto di sostanziali e radicali cambiamenti, ci vedremmo costretti ad avviare una battaglia molto dura». A guidare la protesta è il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca che non manca di esprimere il suo dissenso con toni forti. «Chi immagina - sostiene - che una società unica possa gestire il ciclo integrato dei rifiuti in un’intera provincia va internato. Le amministrazioni provinciali devono coordinare piani di smaltimento e lavorare all’unificazione dei tributi e al coordinamento dei piccoli comuni. Ma non devono gestire nulla. Abbiamo avviato una battaglia ragionevole, seria ed equilibrata: ci aspettiamo che tutti coloro i quali attraverso questo decreto hanno dimostrato di aver compreso poco o nulla, siano disposti ad ascoltare chi quotidianamente è impegnato in prima linea per garantire la pulizia delle città». Il sindaco di Salerno, confermando che «questo decreto legge spalanca le porte a una nuova emergenza» e che «il ritorno alla gestione ordinaria deve essere attuato in maniera seria, senza nuovi carrozzoni clientelari», ribadisce che «non passerò i dati a nessuno, passerò solo i miei sospiri. Vengano pure con le forze armate, mi commissarino. Non permetterò che l’idiozia burocratica possa creare danno ambientale a una città giardino». La provocazione di De Luca è condivisa dai sindaci irpini. Soprattutto nei contenuti. «Non servono proteste plateali. - spiega il primo cittadino di Frigento, Luigi Famiglietti - La nostra dura protesta va espressa con modi civili e compostezza istituzionale. Almeno in questa fase. La mancata modifica del decreto legge prima della conversione, invece, giustificherebbe ogni forma di protesta da parte degli amministratori». Un’importante proposta di integrazione al decreto legge arriva dal sindaco di Savignano, Oreste Ciasullo: «I Comuni sede di discarica hanno contribuito in maniera notevole alla risoluzione dell’emergenza. È necessario che vengano coinvolti in maniera diretta nella discussione, ridefinendo il loro ruolo nei rapporti con le Province. Inoltre, vanno risolte in tempi brevi le questioni relative alla proprietà degli impianti». Il documento dei sindaci verrà sottoposto oggi all’attenzione del sottosegretario Bertolaso. Nei prossimi giorni si potrebbe tenere un incontro con tutta la deputazione campana, per evitare che la questione venga politicizzata.

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