Scontro sulla mega-discarica in Irpinia
Ora la chiamano «la Piattaforma da 3 milioni di tonnellate». Ma è il ritorno al notissimo, contrastato progetto. Che piace al Cavaliere. Puntare su Vallata, alta Irpinia, stavolta sul serio, «zero perdita tempo». Il Piano Berlusconi sui rifiuti parte in sordina e già provoca chiusure. La conferma ieri sera ad Avellino: dove si è consumato lo strappo tra il supercommissario De Gennaro che ha formalizzato l´input su Vallata e il presidente della Provincia Alberta De Simone, che ha lasciato l´incontro. Suggellando il "no" con la promessa: «Ricorreremo fino all´Ue. Non consentiremo alla Campania di fare di Vallata il più grande sversatoio europeo».
Già il neodeputato del Pdl Paolo Russo aveva anticipato a Repubblica, tre giorni fa: «Di Berlusconi la gente si fida. Sarà aperta una discarica ancora segreta: un buco da 3 milioni di tonnellate». Come dare l´indirizzo: in Campania non vi sarebbe altra estensione per i rifiuti a misura ecologica, in quanto «lontana da terreni agricoli e da centri abitati». È la scelta dell´eterno ritorno: sostenuta dall´allora ministro Pecoraro e dagli studiosi che fanno capo alle assise di Palazzo Marigiliano, ma osteggiata dal piano Bertolaso. Oggi, 4 supercommisari dopo, Berlusconi punta sulla stessa area verde della comunità dell´Ufita. Che i malpensanti ritenevano "protetta" da qualunque ipotesi di discarica finché è brillato l´astro De Mita.
Intanto, aspettando Berlusconi e il suo «sottosegretario con delega ai rifiuti», il governatore Bassolino ha presentato con l´assessore Walter Ganapini il nuovo Piano per la gestione del ciclo, fase ordinaria. Lanciando un appello-monito al leader del Pdl. «Il governo contribuisce nell´ambito delle sue prerogative. Se intende organizzare una cabina di regia, faremo la nostra parte. Ma spetta a noi individuare una linea di percorso», manda a dire il presidente. «Spetta a noi». Bassolino lo ripete più volte. Fino alla motivazione di fondo: «È soprattutto per questo che ho deciso di non lasciare. Per fare la nostra parte - spiega ancora Bassolino - con l´assunzione di responsabilità di cui io mi sono fatto carico, ma anche con la volontà e la determinazione a puntare verso una gestione avanzata».
Più raccolta differenziata, meno balle da incenerire ad Acerra (tra 3 anni almeno), più competenze nella gestione della «sostanza organica». Materia utile a «bonificare i nostri terreni» e buona anche «da esportare, perfino in Dubai». Un Piano condito di buone idee, molto ottimismo e vaghe certezze. Come questa. «Forse sarà realizzato prima l´inceneritore di Salerno e poi quello di Acerra», risponde Ganapini. Che poi loda «i 7 Cdr, che nessuno ha mai saputo far funzionare, uno scheletro prezioso, non c´è bisogno di revamping». E Bassolino: «Quei Cdr li ho fatti tutti io, quand´ero commissario». Il Piano diventerà operativo a fine mese, Berlusconi permettendo. Dal Pdl, infatti, nessun commento conciliante. «Questa presentazione del Piano sembra un concorso di idee - taglia corto il deputato del Pdl, Paolo Russo - Le decisioni importanti sui rifiuti saranno prese a Roma. Bassolino è fuori tempo, Ganapini ha la sua competenza "gravata" da un alto tasso ideologico (perciò dimezza la capacità dell´inceneritore di Acerra). Come se uno, detestando le malattie, decidesse di sopprimere gli ospedali. Peraltro, prima che siano mai entrati in funzione».