La replica di Matteoli a un'interrogazione

Quei roghi fantasma

Giugliano, Villaricca e Qualiano. Un pezzo d'Italia devastato dall'illegalità. Dove da anni i rifiuti pericolosi bruciano alla luce del sole. Con gravi conseguenze per l'ambiente e serie minacce alla salute dei cittadini. Ma per il ministro dell'Ambiente non ci sono incenerimenti abusivi
7 giugno 2005 - Danilo Chirico
Fonte: La Nuova Ecologia

Tra i palazzoni abusivi s’innalzano spesso colonne di fumo nero. È la spazzatura che brucia, illegalmente. È accaduto ancora tre giorni fa, quando sono state incenerite tonnellate di rifiuti di plastica e di vecchi pneumatici. Un fenomeno diffuso a tal punto che il triangolo formato dai comuni di Qualiano, Villaricca e Giugliano, nel napoletano, viene chiamato la “terra dei fuochi”. Un pezzo d’Italia devastato dall’illegalità, denuncia da anni Legambiente, con gravi conseguenze per l’ambiente e serie minacce alla salute dei cittadini. «Un fazzoletto di territorio» che ha bisogno di risposte, ha rimarcato il deputato della Margherita e presidente onorario dell’associazione del Cigno, Ermete Realacci, nell’interrogazione parlamentare presentata il 17 giugno di un anno fa.

Eppure oggi si scopre che tutto questo non esiste, parola di ministro dell’Ambiente. Altero Matteoli risponde così (in data 31 maggio 2005) agli interrogativi di Realacci: «Nell’Agro Giuglianese non sono stati finora riscontrati casi di incenerimento abusivo di rifiuti tossici». Se qualche fumo si vede, par di capire, è tutta colpa dei rom. Aggiunge infatti Matteoli: «Presso il campo rom ubicato nell’area di sviluppo industriale di Giugliano, i nomadi sono soliti incendiare materiali di scarto al fine di ricavarne rame – attraverso fusione – da vendere successivamente a peso».
«Insomma, i rifiuti tossici non esistono – polemizza Raffaele Del Giudice, presidente del circolo di Legambiente di Giugliano - come non esiste l’operazione Primavera che ci era stata promessa dalle istituzioni». Il riferimento è al mancato invio in queste terre delle forze dell’ordine. «Davvero non ci posso credere» commenta l’ambientalista campano.

E in effetti la risposta del ministro è sorprendente. «A giudicare dai risultati della visita della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che ha “certificato” l’esistenza della terra dei fuochi», spiega ancora Del Giudice. O dai fatti descritti nel Rapporto Ecomafia 2005 di Legambiente che denuncia la presenza di almeno 27 discariche abusive con rifiuti pericolosi e che spiega la «tecnica collaudata» usata per smaltire illegalmente i rifiuti. È sorprendente la risposta di Matteoli guardando i risultati di uno studio dell’Istituto superiore di sanità che rivela come «in queste terre di ecomafia» ci si ammala di tumori del 20% in più rispetto alla media regionale. Ed è sorprendente la risposta se accostata alle foto, ai materiali video, alle testimonianze dei cittadini o ai «12 quintali di eternit – insiste Del Giudice – scaricati un mese fa nella discarica di Settecainate e che sono ancora lì».

Se tutto questo è vero, le parole del ministro da sorprendenti rischiano di diventare preoccupanti. Conviene allora dar conto delle parole usate dal dossier Ecomafia 2005 per parlare di Qualiano, Villaricca e Giugliano, di un triangolo dove «i becchini della camorra continuano sfacciatamente a seppellire e incendiare i rifiuti. Di tutti i tipi. Di giorno e di notte. Senza distinzione».

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