Sfida dei sindaci «Sulla Tarsu non cederemo»

8 gennaio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

L’Anci Campania chiede ai Comuni di non inviare alle Province le anagrafi della Tarsu fino alla conversione del decreto: è il punto più scottante della bozza di documento preparato dall’esecutivo campano dell’associazione dei comuni. Un documento che sarà alla base del confronto di oggi con il sottosegretario Guido Bertolaso e dell’assemblea dei sindaci della Campania che si terrà lunedì al Maschio Angioino. Al vertice di stamattina parteciperanno il presidente dell'Anci Campania Nino Daniele, il vicepresidente Fortunato Zagaria, l'assessore al Bilancio del Comune di Salerno Francesco Picarone, il sindaco di Benevento Fausto Pepe, l'assessore all'Igiene di Napoli, Paolo Giacomelli che illustreranno la posizione dei primi cittadini. La bozza di documento elaborata nelle ultime ore si apre con una dichiarazione di intenti: «I Comuni della Campania ritengono loro preminente dovere concorrere con il massimo degli sforzi possibili al definitivo superamento dell’emergenza rifiuti». Subito dopo, però, c'è un duro attacco al decreto 195, quello che sancisce la fine dell'emergenza e disegna il futuro del ciclo dei rifiuti in Regione. Secondo l'esecutivo dell'Anci il provvedimento «nella sua attuale formulazione è inadeguato al conseguimento dei suddetti obiettivi e carico di rischi di una ricaduta in fasi di crisi e difficoltà». Agli amministratori locali non piace quella che giudicano «un'accelerazione centralistica» che sarebbe introdotta con le società provinciali. A loro parere «si profilano megastrutture destinate ben presto a configurarsi come tipici improduttivi carrozzoni i cui costi comporteranno inasprimenti tariffari». Altro punto dolente, a parere dei sindaci, sono gli eventuali esuberi di personale che dovrebbero essere affrontati dalla Stato e dalla Regione «con le risorse destinate agli ammortizzatori sociali e non con la tassazione a carico dei cittadini». Le società provinciali, invece, dovrebbero preparare «rigorosi piani industriali». In sostanza gli amministratori chiedono di essere liberati del personale assunto dai consorzi formati dai comuni stessi. Personale lievitato nel corso dell'emergenza fino a raggiungere la bellezza di 1263 unità a Caserta e 857 a Napoli. E questo anche grazie al fatto che gli stessi comuni sono transitati più volte nei consorzi portandovi del personale e lasciandolo poi in carico ai commissariati di governo che si sono succeduti. Un meccanismo perverso che ha contribuito ad alimentare un debito che supera il miliardo di euro. Il documento dell'Anci fa poi intravedere un possibile profilo d'incostituzionalità del decreto che «interviene in modo pesantementeillegittimo e ridistribuisce prerogative che la costituzione attribuiscecon scultorea chiarezza».

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