I lavoratori contestano le cifre dell’ente

Rifiuti e caos consorzi, vertenza congelata

Restano i nodi su organici e risorse, il tavolo aggiornato a martedì prossimo
8 gennaio 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

Si spaccano le organizzazioni sindacali e per ora la vertenza dei lavoratori del Consorzio unico delle province di Napoli e Caserta segna il passo. La frattura si è consumata ieri fra Caserta e Teverola: da una parte i confederali, dall’altra le sigle autonome; in mezzo l’impossibilità di tenere un tavolo unico e il rinvio della questione a martedì prossimo, ore 12, in prefettura a Caserta. È l’ennesimo «stop and go» di una situazione esplosa con l’emanazione del decreto del governo che ha sancito al 31 dicembre scorso la fine dello stato di emergenza. Incertezza soprattutto per la situazione dei lavoratori del consorzio Napoli 1 che sono stati impiegati con una serie di contratti a termine trimestrali, l’ultimo scaduto una settimana fa: insomma 215 posizioni (operatori ecologici) tutte da definire visto che la loro assunzione era motivata con «lo stato di emergenza. Cessato quest’ultimo - spiega Enrico Parente, presidente facente funzione del ”consorzione” - bisogna chiarire giuridicamente quanti e quali spazi ci sono per questi lavoratori». Ma martedì si parlerà anche dei possibili esuberi su cui al momento gli stessi vertici dell’ente consortile non hanno numeri certi: probabilmente ci saranno (si parla di 551 unità), ma riguarderanno per la maggior parte personale tecnico-amministrativo. «In ogni caso - spiega ancora Parente - siamo tutti consapevoli che la situazione è delicata. Dunque, invito sindacati e dipendenti a collaborare con noi, a consentire il raggiungimento di soluzioni sostenibili per tutti. Insomma, calma, perché non è esasperando la tensione che si risolvono questi problemi». E di nodi da sciogliere, sul tappeto, ce ne sono tanti. Primo fra tutti i soldi, che sono pochi. A conti fatti il Consorzio unico (che raggruppa 69 comuni della provincia di Caserta e nove della provincia di Napoli) ha chiuso il 2009 con 34 milioni di euro di debiti ma vanta crediti - se tutti gli enti consorziati versassero regolarmente le quote - per cento milioni. In più il governo ha stanziato 6 milioni che allo stato basterebbero alla copertura di esercizio (costi del personale, spese vive, parco mezzi) soltanto per i prossimi due mesi visto che l’ente assorbe in media 2,5 milioni al mese. E dopo? Questo è tutto da vedere, tanto più che in attesa del decollo delle due società provinciali (la Gisec a Caserta e la Sap.na per Napoli), il Consorzio unico continuerà a sopravvivere fino al 30 settembre prossimo. Ma prima del passaggio alle province bisognerà stabilire gli organici: i dipendenti del «consorzione» sono attualmente 1263 a Caserta e 857 a Napoli. E secondo il decreto, per gli esuberi, dovrebbero scattare le liste di mobilità. «E poi si dovrà definire - ragiona ancora Parente - la questione degli introiti della Tarsu. Si tenga presente, per esempio a Grazzanise (di cui Parente è sindaco, ndr) già lo scorso anno abbiamo istituito la Tia con un risparmio per gli utenti almeno del 15 per cento». Infine, il rebus degli organi del consorzio. Parente ricopre la carica di vicepresidente facente funzione (assorbendo anche il ruolo del cda); l’ex presidente Enrico Fabozzi, decadde perché rimosso da sindaco di Villa Literno ma da alcune settimane la giustizia amministrativa lo ha reinsendiato: dunque l’assemblea del consorzio dovrebbe prendere atto di questa nuova situazione e pronunciarsi sulla questione per la quale pende, tra l’altro, un ricorso al Tar. Ma si è appellato al Tar anche Luigi Munno, sindaco di Macerata Campania, nominato al posto di Fabozzi e poi dichiarato incompatibile perché il Comune da lui guidato non è più socio. Le ultime convocazioni dell’assemblea dei sindaci sono naufragate a causa di un mancato accordo politico sugli assetti di vertice dell’ente. Un bel rompicapo.

Powered by PhPeace 2.7.16