Acque avvelenate nei campi
L'inchiesta dei carabinieri
Montoro Superiore. Tre denunce e un impianto di depurazione, annesso ad una conceria, sequestrato sono il bilancio di un’operazione antinquinamento dei carabinieri di Montoro Superiore e Solofra. Ieri pomeriggio la vicenda, poco dopo le 14, nell’area industriale di Solofra, a pochi metri dalla frazione Chiusa di Montoro Superiore. Sui campi coltivati ad ortaggi, all’improvviso, arriva una mole di liquami di colore azzurro. I campi contaminati si trovano a ridosso dell’area industriale in territorio di Montoro Superiore e a confine con la sede autostradale. A lanciare l’allarme sono alcuni agricoltori, che chiedono l’intervento dei carabinieri della locale caserma, guidata da Gennaro Vitolo. Nel frattempo parte la segnalazione ai carabinieri di Solofra. Immediato anche l’intervento del maresciallo Giuseppe Friscuolo. Gli uomini dell’arma, partendo dai terreni inquinati, risalgono alla zona dove è avvenuto il travaso. Compito non facile visto che lo scarico proviene da una condotta di acqua piovana che attraversa anche la sede della supestrada Avellino-Salerno. Giunti all’opificio, i carabinieri si portano all’ingresso principale dell’azienda e si accorgono che i reflui sono finiti dal piazzale della conceria fin sulla strada antistante. Un tracciato nauseabondo, di colore azzurro, che fa scattare la convocazione sul posto dell’Arpac. Ai tecnici dell’agenzia regionale i carabinieri chiedono un accurato controllo dell’area. Nel frattempo si cerca di capire come l’acqua dei bottai, che dovrebbe finire in una vasca esterna all’opificio e, da qui, nell’impianto depurativo, si sia incanalato a lato della strada, per andare a disperdersi nei vicini campi del montorese. Acclarata la dinamica della vicenda, i carabinieri deferiscono in stato di libertà, per inquinamento, il titolare dell’azienda conciaria, i due operai che materialmente hanno dilavato i liquami sulla strada pubblica. Per l’opificio, invece, scatta il sequestro penale dell’impianto di depurazione. Le indagini continuano per accertare eventuali ulteriori responsabilità. Non può passare, infatti, sotto silenzio il fatto che lo scarico dei bottai sia finito nei campi agricoli. Per le famiglie interessate, che abitano nei pressi della nuova area industriale di Chiusa, si tratta di un danno di non poco conto. Dovranno distruggere tutta la produzione ricavata dai terreni. Fondi che risultano inquinati da sostanze chimiche molto pericolose, come il cromo esavalente.