Scattano i contratti a termine, rivolta nei Cdr

Assemblee negli impianti e un sit-in al Plebiscito: «Ci spetta l’assunzione». L’Asìa prende tempo
6 gennaio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Decreto rifiuti, esplode la protesta dei lavoratori. Ieri i dipendenti dei consorzi di bacino organizzati dai sindacati autonomi hanno tenuto un sit-in davanti alla prefettura e nel pomeriggio hanno organizzato una lunga assemblea nella sede del consorzio unico. E non è finita qui: anche gli impiegati e gli operai degli impianti di tritovagliatura di Giugliano, Tufino e Caivano minacciano nuove proteste e dicono no ai contratti a termine proposti dalle società che li gestiranno (Asia e A2A). Tutte le decisioni, però, sono state rinviate a dopo l’ incontro fissato per l’8 gennaio tra i sindacati e la partecipata del Comune. «Il decreto parla chiaro – sostiene Vincenzo Argentato delegato della Cgil – le assunzioni devono essere a tempo indeterminato, tutto il resto sono pasticci che non ci possono interessare». Sulla stessa linea Gennaro Gicchetti della Uil: «Noi abbiamo la legge dalla nostra: se tra commissariato e società provinciali le cose non sono chiare il problema non ci riguarda». E in effetti la norma che sancisce la fine dell’emergenza stabilisce che l’Asia «subentra nella gestione degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti ubicati in Giugliano e Tufino ... utilizzando il personale già in servizio e stipulando i relativi contratti di lavoro». Ma l’azienda per ora ha preparato contratti di quattro mesi in attesa che il decreto venga approvato dal Parlamento. La concessione degli impianti alla partecipata è, infatti, uno dei punti contestati dalla Provincia e in Parlamento potrebbero esserci delle modifiche: in tal caso l’Asia si troverebbe ad aver assunto 78 lavoratori a Giugliano (dove l’impianto è chiuso da mesi per il revamping), 76 a Tufino, più 15 del coordinamento, senza avere nulla da gestire. Stesso discorso vale per la A2A che ha varato, però, contratti per due mesi per i 90 lavoratori di Caivano. Ma la giornata è stata agitata anche dalla protesta degli operai del consorzione che riunisce Napoli e Caserta. I dipendenti temono di perdere il posto di lavoro: il decreto, infatti, stabilisce che il dirigente del consorzio vari la pianta organica e che la società provinciale, dopo aver approvato il piano industriale, ponga in mobilità tutti quelli che risultano in esubero. Scontata la protesta dei sindacati, a partire dagli autonomi che ieri sono scesi in piazza. Il leader del sindacato Azzurro, Vincenzo Guidotti, minaccia uno sciopero per il 20 gennaio. «È assurdo - dice - che a decidere la pianta organica siano i consorzi e non le costituende società provinciali che avranno la gestione del ciclo». Secondo Mimmo Merolla della Filias Confsal, il primo problema da risolvere è quello dei dipendenti del Napoli: sono gli unici a lavorare con un contratto a termine che è scaduto il 31 dicembre. Più cauto il segretario regionale della Cgil Federico Libertino che dice: «Cerchiamo di stabilire innanzitutto se e quanti sono gli esuberi». E proprio questa diversa impostazione ha creato momenti di tensione: i rappresentanti dei lavoratori erano stati convocati nel pomeriggio ma i confederali hanno chiesto un incontro separato provocando la reazione degli autonomi che hanno chiesto al direttore del consorzione Antonio Scialdone di convocare una nuova riunione congiunta. Dopo ore di accessisima discussione l’incontro è stato fissato per domani. Scialdone chiederà di anche la partecipazione dei rappresentanti delle società provinciali. Il direttore è, infatti, impegnato nel compito di definire gli organici, ma non dispera di accontentare tutti: «Se guardiamo al problema in un ottica più complessiva non è detto che ci siano lavoratori in più: se, ad esempio, si affidasse ai consorzi la riscossione della tarsu si potrebbero creare molti altri posti di lavoro». Una lievitazione per nulla facile visto che nel piano varato lo scorso anno dal commissario ad acta Alberto Stancanelli gli esuberi erano più di cinquecento.

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