Nucleare, Bassolino lancia la sfida al governo
Palazzo Santa Lucia per il no al nucleare s’affida alla decisioni della Consulta, la cui udienza è fissata per il 22 giugno. Non è un braccio di ferro solitario perché a presentare ricorso sono state dieci Regioni (di centrodestra e centrosinistra). Campania compresa che si è aggregata alla capofila Emilia-Romagna. «Ci sono forti dubbi di costituzionalità - attacca ieri sera Antonio Bassolino sul suo blog - sulla legge nazionale 99/09 che affida al governo la definizione di un piano, entro la metà di febbraio, per l’individuazione dei siti e la realizzazione delle centrali nucleari. La legge-delega è stata, infatti, approvata senza il parere della conferenza Stato-Regioni». Una presa di posizione forte, quella del governatore, per rispondere al centrodestra che non ha digerito affatto lo stop contro le centrali inserito nell’ultima Finanziaria durante la maratona notturna di fine anno. Appena tre righe e mezzo (per ribadire che «il territorio della Regione è precluso all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione e di stoccaggio del combustibile nucleare nonché di depositi di materiali radioattivi») ma abbastanza per scatenare polemiche. «Nella Finanziaria regionale - continua il governatore - si è giustamente stabilito che la realizzazione di una centrale nucleare debba essere autorizzata tramite accordo tra lo Stato centrale e la Regione, secondo quanto indicato dalla Costituzione che prevede per l’energia e per il governo del territorio, competenze concorrenti tra Stato e Regioni». Sembra più una questione di principio, insomma. Chi entra invece nel dettaglio è l’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini che annuncia: «Una scelta scellerata il nucleare, ci opporremo». Poi spiega il perché e svela un retroscena paventato dagli ambientalisti in questi mesi: «Attendiamo le decisioni della Consulta ma nel frattempo è importante la presa di posizione. Perché la Sogin vuole fare un sito di stoccaggio per la centrale del Garigliano, il bando è stato già pubblicato in Gazzetta ufficiale nonostante l’Autorità di bacino certifichi come si tratti di una zona pericolosamente esondabile. E farci uno stoccaggio a lungo termine sarebbe pericoloso. Abbiamo chiesto chiarimenti alla Sogin e siamo in attesa». Sui benefici, Ganapini (che tra l’altro dal ’98 al 2001, insieme con Carlo Rubbia, è stato membro dell’Autorità nazionale per la sicurezza nucleare) è anche maggiormente scettico: «Autorevoli studi dimostrano come non c’è ritorno economico per i privati se non ci sono immense risorse pubbliche per le centrali. Tanto che George Bush junior aveva annunciato 20 nuovi siti all’inizio del suo mandato e ne è stata avviata appena una con una società pubblica che è appena all’inizio del cammino. Al momento l’unica centrale in costruzione è in Finlandia e in 5 anni sono raddoppiati tempi e costi. Gli unici investimenti con ritorni economici sono sulle energie rinnovabili: è il caso dell’Interporto di Nola dove sorgerà la più grande struttura fotovoltaica d’Italia». Convergono sulla posizione di Ganapini, Legambiente, i giovani del Pd («Ottima la decisione della Regione», spiega il segretario regionale Michele Grimaldi), Verdi, Sinistra e Libertà e l’Idv che si è battuta per far inserire l’emendamento anti-nucleare in Finanziaria. Resta però la data del 15 febbraio entro cui il governo dovrebbe preparare i provvedimenti necessari per far partire le nuove centrali. Ad oggi, infatti, nonostante il varo della legge 99 che (ri)apre la strada al nucleare mancano i decreti attuativi per localizzazioni, ristori e per l’Agenzia per il nucleare che ancora deve essere costituita; e il Cipe non si è ancora pronunciato sul tipo di tecnologie da adottare per le centrali.