Stop della regione: no al nucleare in Campania

Blitz della maggioranza con un articolo inserito nella Finanziaria. Il Pdl: incostituzionale
4 gennaio 2010 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Per accontentare l’Italia dei Valori il Consiglio regionale dice no al piano per il nucleare del ministro Claudio Scajola. Nella maratona notturna di fine anno, infatti, l’assemblea campana ha inserito in Finanziaria lo stop alle centrali scatenando una violenta polemica tra gli schieramenti. «In assenza di intese con lo Stato in merito alla loro localizzazione - recita il comma 2 dell’articolo 1 della manovra - il territorio della regione è precluso all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione e di stoccaggio del combustibile nucleare nonché di depositi di materiali radioattivi». Una mossa con cui la Campania si pone in netto contrasto con la strategia varata dal governo per far fronte alla crisi energetica guidando il fronte delle Regioni che, con delibere di giunta o ordini del giorno, hanno espresso finora un parere critico. Immediate le polemiche del Pdl, che preannuncia il ricorso alla Corte Costituzionale: «Abbiamo provveduto - annuncia il consigliere Fulvio Martusciello - a segnalare l’incostituzionalità al ministro competente. Si tratta di una forzatura propagandistica che ha come unica finalità quella di sollevare un polverone su una materia non delegabile alle Regioni. La verità è che c’è chi vorrebbe una Campania anni ’50 isolata dal resto del Paese». D’accordo il capo dell’opposizione Franco D’Ercole: «Quella parte della Finanziaria potrebbe essere impugnata dal governo in quanto la scelta sul nucleare risponde a una scelta strategica nazionale che è sottratta alla competenza regionale. Da parte nostra abbiamo contestato duramente la norma promossa dall’Italia dei Valori con un emendamento che è stato bocciato». «Noi non diciamo - sottolinea D’Ercole - che qui si debbano necessariamente fare le centrali, ma affermare il principio che la Campania non può autorizzarne l’installazione può comportare il rischio di rimanere a secco di energia». Il partito di Di Pietro si difende: «Abbiamo salvato la Campania da un piano scellerato. Ora il governo - dice il presidente della commissione Bilancio Nicola Marrazzo - deve concordare le sue scelte con la Regione, mentre prima poteva fare ciò che voleva. Con questa legge abbiamo piantato un paletto forte e resistente. Come se non bastasse - aggiunge - abbiamo depositato i quesiti alla Corte Costituzionale per promuovere un referendum abrogativo». Secondo il capogruppo di Sinistra e Libertà, Tonino Scala, «Il Sud ha il sole per trecento giorni all’anno e ancora oggi non riusciamo a valorizzare la maggiore risorsa di cui godiamo. Il piano di Scajola è inapplicabile mentre basterebbe un programma di seri incentivi per rendere autosufficienti molte abitazioni grazie alle energie alternative». Infine il presidente del «Comitato per le energie rinnovabili-No al nucleare», Alfiero Grandi: «La Campania ha confermato un orientamento contrario al nucleare e in particolare al nucleare che il governo vorrebbe imporre ad ogni costo anche alle Regioni che non sono d’accordo. Ben 13 Regioni hanno già fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge fatta approvare con voto di fiducia dal governo (99/2009) e molte hanno adottato atti di diverso valore che concordano tuttavia ad escludere il nucleare nel loro territorio. L’esecutivo ha fatto approvare una legge che non solo è uno schiaffo al referendum del 1987, ma prevede anche una procedura autoritaria e impositiva».

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