«Articolo da cambiare, è un terremoto per chi amministra»
Da un paio di giorni Nino Daniele, sindaco di Ercolano e presidente dell’Anci Campania, cerca di calmare l’ira dei suoi colleghi di tutta la regione che si sono accorti (ancora non tutti) come non gestiranno più la Tarsu. «Non era stato mai balenato un provvedimento del genere, un fulmine a ciel sereno dopo settimane e settimane in cui il testo è stato limato e riscritto. Ma nessun primo cittadino è stato mai interpellato su questo punto», spiega Daniele che ha convocato per martedì una riunione con i sindaci dei 5 comuni capoluogo. E sei giorni dopo un’assise più ampia di primi cittadini si riunirà al Maschio Angioino per discutere come opporsi all’articolo 11 del decreto legge che chiude l’emergenza rifiuti in Campania. Ma cosa accadrà ora? «Difficile dirlo: sicuramente presenteremo una proposta di modifica per un confronto con governo e parlamento. Poi sarà il turno dei ricorsi se non verranno accettate le nostre sollecitazioni», spiega il sindaco di Ercolano. Perché con la perdita di gestione della Tarsu la situazione rischia di complicarsi maledettamente. D’accordo era una tassa di scopo e doveva servire unicamente per la gestione dei rifiuti (dallo spazzamento allo smaltimento finale) ma era anche la voce più importante delle entrate di ogni comune. «La soglia dei patti di stabilità si abbassa con un’entrata in meno e si rischia seriamente di non rientrarci più. Una mannaia per comuni grandi e piccoli. Senza contare che - aggiunge Daniele -, decreto alla mano, non si capirebbe dove i comuni dovrebbero trovare i soldi per servizi come la raccolta porta a porta che non rientra nelle nuove competenze della Provincia. Allora investimenti del genere dovrebbero non rientrare nei patti di stabilità». Nuove tasse a carico dei cittadini? «Ci potrebbe essere questo rischio per qualche realtà. E poi non capisco come le Province, che non hanno mai espletato alcun servizio di riscossione, possano gestire ora la Tarsu». Dubbi analoghi li esprime anche Paolo Giacomelli, assessore all’Igiene urbana del comune di Napoli: «Io credo che la nuova norma sulla Tarsu non passerà e ci saranno aggiustamenti durante la conversione del decreto in legge. O altrimenti non resta che la strada dei ricorsi». Il perché è presto detto: «Occorrerà rivedere tutti i bilanci di quest’anno senza contare che la tassa sui rifiuti è una materia giuridicamente così complessa che servirebbero diversi mesi per il passaggio della gestione della Tarsu alle Province. E poi il decreto non è chiaro: nel 2010 riscuoteremo la Tarsu del 2009. Ebbene a chi dovrebbero andare ora questi soldi? Il decreto non è per nulla chiaro». Per Giacomelli è «molto difficile» che alla fine le Province espleteranno il servizio: «Non c’è alcuna esperienza e competenza sulla riscossione dei tributi ed occorre tempo per istituire competenze del genere. Rimango convinto che alla fine questo clamoroso passaggio di consegne non avverrà. Sarebbe assurdo e, soprattutto, l’unico caso in Italia». E lo spettro potrebbe essere quello di nuovi balzelli da parte dei comuni: «Rimane il nodo dei servizi di spazzamento e decoro. Se la Tarsu va alle Province, dove troveranno i comuni i soldi? Per questo, ne sono sicuro alla fine la tassa rimarrà di competenza ai vari municipi che hanno già pronti i ricorsi, come estrema ratio».