"La gestione pubblica rischa di essere contro legge"

31 dicembre 2009 - Guido Vegliante
Fonte: Il Mattino Avellino

Con grande clamore è nata «Irpinia ambiente», la società interamente pubblica che dovrebbe gestire il ciclo integrato dei rifiuti della provincia di Avellino. In tanta entusiastica accoglienza sicuramente passerà inosservata una voce controcorrente. Ma se controcorrente, anzi contro legge, fosse proprio ciò che è stato fatto? Con sentenza della Corte Costituzionale 314 del 30 novembre è stata, infatti, dichiarata la incostituzionalità di due comma dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 2008 numero 4 («Norme in materia di gestione, trasformazione, riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati»). Detta così, per i non addetti ai lavori, la cosa significa poco o niente. Essa, invece, stravolge dalle fondamenta due principi imposti dalla legge regionale per la gestione dei rifiuti solidi urbani. Il primo riguarda la provincializzazione del ciclo dei rifiuti solidi urbani; il secondo riguarda proprio le modalità di affidamento dello stesso servizio. Modalità che, ad Avellino, hanno formato oggetto del più recente dibattito politico. In Irpinia si è deciso di affidare il servizio a una società a totale capitale pubblico il cui unico socio sia l’ente Provincia. La scelta della Provincia - anche ove non ne fosse stata dichiarata la incostituzionalità - appare, infatti, coerente solo con una interpretazione (contraddetta dalla stessa regione nella propria difesa presso la Corte Costituzionale) della norma regionale (ovvero, in pratica, la riconferma della preesistente «privativa» - attribuita ai comuni nella gestione dei rifiuti: «privativa», tra l’altro, già dichiarata illegittima perché in contrasto con le direttive comunitarie) che avrebbe sicuramente portato ad una impugnativa della decisione appena la stessa fosse stata formalizzata. La Provincia, tuttavia, anche dopo quest’ultima sentenza della Consulta è andata avanti ritenendola. Ma è così? La Regione aveva adottato una legge (la numero 4 del 2007) successivamente modificata da un’altra legge (sempre numero 4, ma del 2008). Di quest’ultima il presidente del Consiglio dei ministri aveva chiesto alla Corte Costituzionale di dichiarare la illegittimità in alcuni punti. Tra le diverse modifiche apportate dalla Regione alla Legge Regionale del 2007 è stata contestata la legittimità della previsione secondo la quale «la Provincia affida il servizio di gestione integrata dei rifiuti nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale e regionale sull'evidenza pubblica mediante la costituzione di soggetti a totale o prevalente capitale pubblico». Nella sentenza della Corte viene ribadito che in pratica risulterebbero violate pressoché tutte le regole che disciplinano la gara pubblica, eliminando, tra l’altro, la garanzia che il servizio sia affidato a soggetto in possesso delle necessarie competenze tecniche. In conclusione quella che viene definita «in house» (che consentirebbe una gestione diretta e senza gara da parte della società pubblica) allo stato, contrasterebbe non solo con le direttive comunitarie e nazionali, ma con la stessa legge regionale. * Dirigente Settore Regionale Ecologia Avellino

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