Tre sindaci a casa, linea dura di Maroni

Si parte da Maddaloni, Castelvolturno e Casal di Principe. Firmato il decreto sul passaggio di poteri
31 dicembre 2009 - Lorenzo Calò, Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Il Viminale conferma la linea dura: i sindaci risultati inadempienti sull’adozione dei provvedimenti idonei ad arginare l’emergenza rifiuti devono andare a casa. Dunque, vanno rimossi, così come richiesto dal sottosegretario Guido Bertolaso che nelle settimane scorse aveva inviato al ministero dell’Interno un elenco con la posizione di nove comuni a rischio (Maddaloni, Castelvolturno, Casal di Principe, Casaluce, San Marcellino, Trentola Ducenta, Aversa, Nola e Giugliano). Ma sul punto - come precisato dallo stesso ministro dell’Interno Roberto Maroni qualche giorno fa - «ogni decisione in merito spetta esclusivamente al Viminale». Ecco perché i dossier vengono in queste ore presi attentamente in esame dal ministro, caso per caso. E proprio in queste ore sono arrivati i primi verdetti. Il Viminale pertanto, conclusa l’istruttoria, si è pronunciato per la rimozione del sindaco di Maddaloni Michele Farina (centrosinistra), analogo provvedimento è stato adottato anche per le posizioni dei sindaci di Castelvolturno (centrosinistra, dove peraltro il sindaco, Francesco Nuzzo, magistrato, si è già dimesso proprio in polemica aperta con l’iniziativa di Bertolaso) e Casal di Principe (Cipriano Cristiano, centrodestra). La proposta arriverà oggi direttamente al Quirinale per la controfirma del decreto. Un passaggio quest’ultimo, che apre di fatto le procedure per lo scioglimento dei rispettivi consigli comunali: in caso di rimozione del sindaco, l’ordinaria amministrazione viene retta comunque dall’esecutivo in carica, il Comune viene sciolto e avviato verso le elezioni per il rinnovo degli organi elettivi. Una procedura che, in sostanza, evita che sia una commissione prefettizia a gestire la fase di passaggio. Gli altri sindaci finiti nella lista nera sono stati «messi in mora»: la loro posizione sarà definita entro metà gennaio. Ma non è tutto: nei prossimi giorni verrà completata l’istruttoria anche per i Comuni inseriti nella cosiddetta «seconda black list»: fra questi, per quanto riguarda la provincia di Caserta, ci sono la stessa città capoluogo, poi Casapesenna, Villa Literno e Frignano. È stato firmato dal presidente Napolitano e sarà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, intanto, il decreto che stabilisce il passaggio dei poteri dal commissariato agli enti locali. Le novità rispetto alle versioni che erano circolate nei giorni scorsi e che sono state più volte rimaneggiate, riguardano sopratutto il termovalorizzatore di Acerra. Sparisce, infatti la quantificazione del valore dell’impianto (che era stato quantificato in 370 milioni di euro) e si dà l’incarico all’Enea di stabilirlo entro 30 giorni. Si è tornati, dunque, alla prima ipotesi che era stata avanzata dagli uomini di Bertolaso ed era poi stata modificata. Proprio su questo punto si era pronunciato anche il governatore Bassolino che aveva sostenuto: «Apparesingolare che il prezzo del termovalorizzatore venga fissato daldecreto-legge». Nel decreto si dice che l’impianto potrà essere trasferito alla Regione, alla Protezione civile o a un altro ente pubblico e si spiega: «In caso ditrasferimento ad uno dei soggetti pubblici le risorse necessarie sonoindividuate con apposito provvedimento normativo anche a valere sullerisorse del fondo aree sottoutilizzate, per la quota nazionale oregionale». Viene poi introdotta una serie di garanzie per il gestore, la A2A. Ci sarà, infatti, un decreto del presidente del consiglio per disciplinare le modalità per la presa in carico dell’impianto, le modalità e i termini dell’affiancamento di un apposito presidio tecnico da parte del costruttore, a sue spese e cura, per verificare la corretta utilizzazione del termovalorizzatore. Non basta: se non saranno rispettati i parametri produttivi previsti cesserà la gestione provvisoria e la A2A assumerà la gestione definitiva.

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