«Niente telefono, parliamo al bar»

Le conversazioni tra Orsi e il sottosegretario Cosentino al vaglio del gip di Napoli
30 dicembre 2009
Fonte: Il Mattino Caserta

Avrebbe incontrato i fratelli Sergio e Michele Orsi in appuntamenti concordati al telefono. Incontro al distributore di benzina sull’asse Roma-Caserta, o al bar «Domperignon», nell’agro aversano. Appuntamenti confermati in una delle quaranta telefonate che la Procura chiede di usare nel procedimento a carico del sottosegretario all’economia Nicola Cosentino. A che servono questi riferimenti? Perché la Procura chiede di usare telefonate che rimandano a diversi anni fa? Probabile che gli inquirenti puntino a dimostrare l’esistenza di rapporti costanti tra il coordinatore Pdl in Campania e i fratelli Orsi, all’epoca ai vertici della società Ecoquattro, bollata dalle indagini della Dda di Napoli come «una società mafiosa». Una strategia finita sul tavolo del gip Raffaele Piccirillo, che in queste ore deve esprimersi sulla rilevanza delle intercettazioni e sulla possibilità di chiedere alla Camera dei deputati il loro utilizzo nel corso dell’inchiesta in cui viene ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa a carico del sottosegretario all’Economia. Difeso dai penalisti Agostino De Caro e Stefano Montone, Cosentino non si è opposto all’utilizzo delle intercettazioni. Nel corso dell’udienza che si è svolta lunedì mattina, i difensori del parlamentare hanno infatti introdotto la questione della scarsa rilevanza penale delle conversazioni acquisite. Si tratta di circa quaranta telefonate, che risalgono al periodo di maggiore sviluppo della Ecoquattro, società mista inserita nel progetto di bonfica del consorzio nato per fronteggiare l’emergenza rifiuti. È in questa gestione che, secondo le indagini dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, si sarebbero svolti incontri e conversazioni all’insegna del teorema «voti contro favori». Intanto proprio oggi potrebbe essere sciolto in Cassazione il nodo relativo all’istanza di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare (già respinta dalla Camera dei Deputati) emessa nei confronti del parlamentare e sottosegretario all’Economia.

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