Lo scandalo Ecoquattro-Ce4: atti ancora alla Consulta
A distanza di un anno e quaranta giorni, la storia si ripete. Stessi atti, stesso ambito, stesso contesto; cambiano gli indagati, entrambi però parlamentari che ricoprono, o hanno ricoperto, incarichi di governo. E cambia il gip, Raffaele Piccirillo oggi, Enrico Campoli il 20 novembre 2008. In quella data il giudice napoletano, al quale era toccato il fascicolo sulla gestione del consorzio Ce4 e della società Ecoquattro dei fratelli Orsi, non trasmise al Parlamento i verbali delle intercettazioni telefoniche tra imputati che parlavano del deputato di An Mario Landolfi, all’epoca dei fatti contestati ministro delle Comunicazioni. Sollevò, invece, un conflitto di costituzionalità, inviando gli atti alla Consulta. A giudizio di Campoli, infatti, non sarebbe affatto pacifico il passaggio parlamentare per il via libera all’utilizzo delle telefonate nelle quali uno degli interlocutori - non intercettato direttamente - è un deputato o un senatore. Una possibilità già prevista dalla sentenza Flick che però sul punto specifico non si era espressa, non essendo quello delle telefonate dei terzi non indagati un punto in contestazione. La decisione del giudice Campoli ha bloccato la posizione dell’ex ministro. La trasmissione degli atti alla Corte costituzionale ha imposto, infatti, lo stralcio della posizione processuale di Mario Landolfi, che resta imputato per corruzione elettorale e truffa aggravata dal favoreggiamento della camorra. La Consulta, che dovrebbe rispondere al quesito andando a integrare, in un senso o nell’altro, la sentenza Flick, non ha ancora deciso. Quattro mesi dopo, il fascicolo Ce4-Ecoquattro era stato chiuso dal giudice che doveva decidere sulle richieste di rinvio a giudizio e sui processi con il rito abbreviato. Dieci le condanne (tra gli altri, l’ex presidente del Ce4 Giuseppe valente e l’ex amministratore di Ecoquattro, Sergio Orsi), ventidue i rinvii a giudizio e tredici proscioglimenti e assoluzioni che hanno riguardato operai a tempo determinato assunti in prossimità delle elezioni comunali ma anche, tra gli altri, l’ex direttore del consorzio Ce4, Claudio De Biasio, nominato subcommissario per l’emergenza rifiuti due settimane prima dell’arresto. L’impianto dell’inchiesta, nata nelle mani del pm Raffaele Cantone e poi ereditata dal collega Alessandro Milita, aveva retto.