Debiti per i rifiuti, il comune lancia l'Sos

Buco da 130 milioni: «Trattiamo sulle rate». La struttura di Bertolaso: «Garanzie sulla gestione»
15 dicembre 2009 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

«Trattiamo, collaboriamo, discutiamone». L’appello parte da Palazzo San Giacomo ed è diretto al sottosegretariato ai rifiuti retto da Guido Bertolaso. A far stare sulle spine il sindaco Rosa Russo Iervolino e l’assessore competente Paolo Giacomelli sono i 130 milioni di euro di debiti che il Comune ha contratto con la struttura di Palazzo Salerno per lo smaltimento dei rifiuti. In linea teorica il conto dovrebbe essere saldato entro il 31 del mese. Vale a dire la data in cui cesserà lo stato di emergenza. Un irrigidimento del sottosegretariato sulla data, ovvero recepire il 31 come termine perentorio, significherebbe crack finanziario per il Comune che in cassa non ha un euro per fare fronte in maniera immediata a una simile mole debitoria. Ma da Palazzo Salerno fanno trapelare che «nessuno ha intenzione di puntare una pistola alla tempia del Comune. Una trattativa è possibile a patto che entro fine anno ci sia l’assunzione completa delle responsabilità sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti». Ovvero dalla raccolta allo smaltimento. Non appare una condizione impossibile da rispettare, anzi. Una partita comunque complessa e tutta da giocare. Si disputerà nel campo aperto delle elezioni regionali, sul filo della strategia elettorale di tutti gli schieramenti in campo. Perché il decreto di fine emergenza verrà varato entro pochi giorni, al primo consiglio dei ministri utile, visto che dalla prossima settimana scatta il periodo delle festività natalizie e la politica chiude bottega. Però prevederà sei mesi di cosiddetto «regime transitorio» con le chiavi del sottosegretariato a disposizione degli enti locali e la squadra di Bertolaso intenzionata a utilizzare questo periodo per chiudere le partite finanziarie con tutti gli enti locali. Giova ricordare che se il Comune deve dare 130 milioni i consorzi provinciali di Napoli e Caserta ne debbono altri 200. Il totale è di 330 milioni e non è poca cosa. La trattativa nella sostanza c’è già, l’avere trovato sintonia sulla cifra che effettivamente bisogna negoziare, appunto i 130 milioni, ha svelenito molto il clima fra i due Palazzi. Ma come si compone il debito del Comune? 83 milioni sono stati rateizzati in 10 anni con rate da 8,3 milioni annue. Liquidate - al momento - le annualità 2006-2007. Restano da pagare 66,7 milioni. I soldi li preleva direttamente lo Stato attraverso il ministero dell’interno nel senso che li detrae dai fondi che spettano al Comune. Secondo Palazzo San Giacomo queste rate pagate non sarebbero state girate ai alla struttura di Bertolaso. 28,5 sono invece i milioni dovuti a integrazione per gli anni che vanno dal 2000 al 2005. C’è un contenzioso aperto con Fibe-Impregilo su questa cifra e si aspetta il giudizio di merito dall’organo giudicante a stretto giro di posta. Il tema della vertenza è che le controparti del Comune non avrebbero rispettato i patti garantendo lo smaltimento in maniera puntuale. Di qui la resistenza nell’erogare i fondi. Per l’annualità 2008 la somma dovuta dal Comune è 29,5 milioni di euro. Palazzo San Giacomo ne ha stanziati 17,5. Restano da pagare 12 milioni contestati al sottosegretariato per i cosiddetti «extracosti». Di cosa si tratta? Nella sostanza come per il contenzioso con Fibe-Impregilo il Comune ritiene di non dovere quei soldi in quanto si è sobbarcato costi aggiuntivi non avendo potuto scaricare dove il sottosegretariato aveva indicato perché le discariche o gli impianti erano pieni. Anche qui si tratta a oltranza. Per il 2009 sono state pagate 4 mensilità pari a 12 milioni. Restano da saldare altri più o meno 7 milioni. Dunque garanzie sulla gestione che il Comune ha già cominciato a dare. Intanto perché è l’unico municipio della Campania che comunque paga e poi con l’aumento della Tarsu i 30 milioni annui dello smaltimento sono contenuti nella gabella.

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