Orta di Atella Il Tar della Campania ha motivato con la «sopravvenuta carenza di interesse»

Scioglimento, ricorso respinto

L'stanza era stata presentata contro la sopsensione ma non contro il decreto
12 dicembre 2009 - Alessandra Tommasino
Fonte: Il Mattino

Orta di Atella. Respinto per sopravvenuta carenza di interesse. Il Tar della Campania motiva così il rigetto del ricorso presentato dall'ex sindaco Salvatore Del Prete e dalla sua maggioranza, contro la sospensione del consiglio comunale decisa dalla prefettura di Caserta il 2 giugno del 2008, a seguito dell'omicidio di Michele Orsi, legato alla società Gmc che gestiva la raccolta dei rifiuti ad Orta di Atella. Il ricorso è stato ritenuto improcedibile perché i ricorrenti hanno impugnato il provvedimento prefettizio, ma non il decreto di scioglimento del consiglio per infiltrazione camorristica firmato il 24 luglio 2008 dal presidente della Repubblica. È pur vero che la sospensione della prefettura è cautelare e propedeutica allo scioglimento vero e proprio, ma i due provvedimenti restano comunque separati e quindi se anche gli ex amministratori avessero vinto, non sarebbe stata possibile la reintegrazione. Delusione e sconforto le prime reazioni degli ex amministratori. Si dice amareggiato, ad esempio, il sindaco uscente. «Orta di Atella - commenta Salvatore Del Prete - ha subito l'ennesima ingiustizia. Con il nostro ricorso - spiega - avevamo demolito in maniera analitica e documentata tutto l'impianto accusatorio su cui si fondava la richiesta di scioglimento per camorra. L'etichetta che è stata assegnata al nostro paese - conclude l’ex sindaco - i cittadini di Orta proprio non la meritano». E i ricorrenti già annunciano appello per far valere le proprie ragioni. Tuttavia la speranza che lo scenario adesso possa cambiare diventa davvero molto esile. E a destare forti perplessità è l'errore che secondo la pronuncia del Tar sarebbe stato compiuto nella presentazione del ricorso, ritenuto improcedibile dopo ben quattro udienze. Com'è possibile che la maggioranza e i suoi legali siano stati così poco attenti? Una domanda che ieri è stata oggetto di riflessione negli ambienti politici locali, tutti in gran fermento per le elezioni della prossima primavera. C'è addirittura chi ipotizza che la mancata corretta impugnazione dello scioglimento non sia avvenuta per caso, ma che invece sia stata scelta come strumento per non rischiare la reintegrazione, troppo dura da sostenere dopo l'accensione di tutti i riflettori sulle attività comunali. Qualcun altro ancora, crede invece che sia stato un modo per assicurarsi in maniera definitiva l’uscita dalla scena politica degli amministratori fino a poco tempo fa in carica. Insomma, quasi risvolti da giallo per una sentenza che, attesa dallo scorso 18 novembre, ieri ha confermato la presenza, alla guida del paese, della commissione prefettizia guidata dal prefetto a riposo Fulvio Rocco, dal viceprefetto di Caserta Franco Provolo e da Gaetano Cupello. «Continueremo ad amministrare Orta di Atella - dicono i commissari - affermando la legalità e lavorando per il benessere della collettività». Questo nonostante le difficoltà legate ad un quadro difficile e consolidato da una crescita edilizia ed urbanistica senza controllo, con interi quartieri residenziali nati nelle aree destinate agli insediamenti produttivi, una notevole carenza di servizi ed infrastrutture. E poi, come se non bastasse, il rischio del dissesto finanziario. «Non è facile amministrare con un debito di 15 milioni di euro - ammettono i commissari prefettizi - ma siamo sicuri che, attraverso la collaborazione dei cittadini e delle forze politiche che hanno riconosciuto gli sforzi compiuti finora, riusciremo ad ottenere risultati positivi».

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