Industriali al fianco di Bertolaso: avanti così contro i clan
Commissariamento entro il 31
Confindustria scende in campo al fianco di Bertolaso e chiede di mandare via gli amministratori incapaci, quelli che ancora negli ultimi mesi non hanno raccolto la spazzatura. Ieri il presidente degli industriali campani, Giorgio Fiore, ha spiegato in un lungo comunicato: «Confindustria Campania è da tempo impegnata nel rilancio dell'economia regionale e nel recupero dell'ordinaria amministrazione. Non può, quindi, che essere preoccupata per quanto emerso nel corso dell'audizione del ministro dell'Interno Roberto Maroni davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti». Maroni giovedì aveva spiegato a deputati e senatori che il ministero esaminerà gli incartamenti e alla fine deciderà. «A leggere gli atti portati da Bertolaso si può ritenere che tutte le sue proposte siano motivate, dal suo punto di vista – aveva detto - Ma il ministro dell'Interno ha la possibilità di fare valutazioni che il sottosegretario non è tenuto a fare e probabilmente non riesce a fare; la principale è la possibilità di infiltrazione della malavità organizzata che di fatto può aver reso impossibile ad un sindaco di ottemperare alle disposizioni». A protestare per la persistente presenza della malavita organizzata nel ciclo dei rifiuti sono stati sopratutto i sindaci del casertano che hanno segnalato alla commissione bicamerale le proprie difficoltà. Ma gli industriali chiedono che la Campania sia ripulita presto e bene e si mostrano quindi contrari a ogni tentennamento. Fiore parla di progressivo aggravamento della situazione e sottolinea. «La legalità è e deve essere il tratto distintivo del governo della cosa pubblica e dunque gli amministratori inadempienti devono fare spazio ad altri capaci e responsabili. Gli imprenditori sono profondamente convinti che il settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti e quello della sanità possono essere gestiti nell'interesse della comunità anche in Campania». Maroni lunedì sarà a Caserta dove incontrerà i prefetti e i magistrati «approfondirò le possibilità che ci siano interferenze della camorra che hanno impedito ai sindaci di fare quanto loro chiesto», ha spiegato. Poi deciderà il destino delle nove amministrazioni (Aversa, Casal di Principe Casaluce, Castelvolturno, Maddaloni, San Marcellino, Trentola, Giugliano e Nola) che Bertolaso ha chiesto di rimandare a casa. Per Maroni non sarà facile decidere anche perché gli amministratori, che appartengono a tutti gli schieramenti, stanno mobilitando i parlamentari e i dirigenti politici per evitare lo scioglimento. E la partita non finisce qui: la struttura del sottosegretario continua l'istruttoria su diversi altri comuni che potrebbero risultare inadempienti. E non è escluso che tra questi ci possa essere anche l'amministrazione di Napoli. I tecnici al lavoro per Bertolaso partono dalla valutazione di situazioni concrete. Raccolgono le segnalazioni arrivate al call center, le girano alle amministrazioni e controllano che queste siano intervenute. Se i mucchi di rifiuti non sono stati rimossi dopo un po' la struttura interviene con mezzi propri e addebita i costi al comune inadempiente. In ultima analisi quello che conta di più con questo sistema è la voce dei cittadini che chiamano al numero messo a loro disposizione. Ma è proprio questo sistema che non piace ai primi cittadini: il sistema è ritenuto inaffidabile anche perché manca ogni verifica sulla provenienza delle chiamate.