Comuni e consorzi, conti in rosso «Buco da 325 milioni da coprire»
Enti locali e i consorzi di bacino delle province di Napoli e Caserta hanno accumulato da giugno 2008, data di insediamento del sottosegretariato all’emergenza rifiuti a Palazzo Salerno, al 30 novembre di quest’anno la bellezza di 325 milioni di euro di debiti. Il rischio crac è dietro l’angolo. Le cifre sono ufficiali perché in queste ore di vigilia della fine dell’emergenza e della chiusura del sottosegretariato - anche se continuerà a funzionare in regime transitorio per altri 6,9 mesi - la struttura retta da Guido Bertolaso sta presentando il conto ai suoi debitori. La parte più corposa del debito è quella del Comune di Napoli. Palazzo San Giacomo deve ben 130 milioni di euro. Una cifra sulla quale Comune e sottosegretariato hanno duellato a lungo, perché i conti del Comune si fermavano a 40,5 milioni. Ma dal sottosegretariato dopo un lungo scambio epistolare e un fitto giro di telefonate hanno avuto la meglio. Sono state molto gradite le scuse da parte del Comune che con eleganza ha ammesso il difetto di calcolo. Un sollievo per lo spirito ma un rompicapo finanziario che potrebbe fare letteralmente implodere l’amministrazione guidata da Rosa Russo Iervolino. Lo stato di salute dell’ente da un punto di vista economico è pessimo. I soldi dovuti al commissariato sono per lo smaltimento dei rifiuti. Non finisce qui: non se la passano meglio i consorzi di bacino di Napoli e Caserta che devono pagare una bolletta salatissima al sottosegretariato di complessivi 198 milioni e 775mila euro. Di cui 145milioni sono certi mentre per carenze di documentazione sono 53 i milioni in via di accertamento. La carenza di documentazione significa che i due bacini ancora non hanno fornito la documentazione richiesta. Cifre impressionanti se si considera che si tratta solo di 18 mesi e nel conteggio mancano i restanti 13 anni di commissarimento. Il totale, secondo indiscrezioni ben accreditate, sarebbe di circa 1,5 miliardi di euro. Cifre che allarmano gli enti locali al punto da far desiderare fortemente che il sottosegretariato non chiuda i battenti. Ma il decreto di «fine stato di emergenza» comunque vada sarà approvato dal governo entro fine anno. E il periodo transitorio sarà solo un brodino per i Comuni, perché quei mesi serviranno appunto per mettere definitivamente in ordine i conti, ovvero chi deve cosa e a chi.